Il Discorso sulla Carenza di Competenze Green nel Mercato del Lavoro Italiano
Nel contesto della transizione ecologica, le imprese italiane stanno affrontando una crescente difficoltà nel trovare professionisti specializzati nel settore green. Nel 2024, si stima che oltre 2,2 milioni di posizioni lavorative legate a competenze ambientali e sostenibili restino scoperte, ostacolando il progresso verso obiettivi di sostenibilità nazionale.
Secondo i dati di Confartigianato, il 49,4% delle professionalità richieste risulta di difficile reperimento, con circa 4,45 milioni di assunzioni previste per figure con fabbisogni green, che rappresentano l’80,6% delle aspettative di nuovo personale nel settore. Questa carenza di figure qualificate mette a rischio la capacità del Paese di realizzare efficacemente la transizione ecologica, lasciando molte opportunità professionali senza candidati.
Disparità Territoriali e Competenze Più Ricercate
L’analisi territoriale evidenzia come alcune regioni siano particolarmente colpite dalla scarsità di lavoratori green. La Trentino-Alto Adige si distingue con il 58% di figure professionali non reperibili, seguita da Umbria (56,8%), Friuli-Venezia Giulia (56,6%) e Valle d'Aosta (56,4%). Anche altre regioni come Abruzzo, Marche, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Molise mostrano tassi di irreperibilità superiori al 50%.
Le competenze più richieste nel mercato green sono:
- efficienza energetica
- energie rinnovabili
- edilizia sostenibile
- gestione dei rifiuti
- digitalizzazione dei processi produttivi
La difficoltà nel reperire queste figure specializzate rappresenta un vero e proprio ostacolo alla crescita competitiva delle imprese e allo sviluppo economico sostenibile del Paese.
Proposte di Confartigianato: Potenziare la Formazione e Favorire Alleanze tra Scuola e Mercato del Lavoro
Il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, sottolinea l’importanza di investire in politiche attive del lavoro, proponendo incentivi specifici per l’assunzione di giovani formati sui temi della sostenibilità. Egli evidenzia come “stiamo lasciando scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro, un’opportunità unica per le nuove generazioni e per la crescita competitiva del Paese”.
La strategia proposta mira a riformare la formazione tecnica e professionale, integrando nei programmi scolastici focus su ambiente ed efficienza energetica. Per rafforzare questa integrazione, sono auspicabili percorsi di istruzione duale e apprendistato, con l’obiettivo di creare un legame stabile tra sistema scolastico, formazione professionale e mercato del lavoro.
Obiettivi per Colmare il Divario tra Domanda e Offerta di Competenze Green
Implementando queste strategie, si vuole:
- Sostenere l’acquisizione di competenze specializzate in settori chiave come la efficienza energetica e le energie rinnovabili
- Favorire programmi di formazione tecnica per abbassare le barriere tra scuola e imprese
- Creare un ecosistema di formazione che risponda alle esigenze del mercato del lavoro green
Impatto sulle Micro e Piccole Imprese e Settore Artigianale
Particolarmente vulnerabili alla carenza di figure qualificate sono le micro e piccole imprese, incluse le realtà artigiane. Queste imprese hanno pianificato di assumere circa 1.6 milioni di lavoratori green, ma oltre il 55,6% delle posizioni rimane irrisolto a causa della scarsità di competenze. Nell’artigianato, su 235.420 posizioni, più di 148.000 sono risultate sconosciute ai candidati.
Se questa mancanza di figure professionali specializzate persiste, le imprese rischiano di non poter adeguarsi alle normative ambientali e di perdere le opportunità offerte dalla transizione verde, compromettendo la crescita sostenibile e l’occupazione giovanile.
Nel 2024, si stima che oltre 2,2 milioni di figure professionali specializzate nel settore green risultino introvabili, creando un ostacolo significativo allo sviluppo della transizione ecologica italiana.
La difficoltà è causata da una carenza di formazione tecnica e professionale adeguata, che non riesce a incontrare le competenze richieste dal mercato green in rapida evoluzione.
Le regioni come Trentino-Alto Adige, Umbria, Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta mostrano tassi di irreperibilità superiori al 50%, evidenziando una disparità territoriale marcata nel settore green.
Le competenze più richieste includono efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia sostenibile, gestione dei rifiuti e digitalizzazione dei processi produttivi.
Potenziando programmi di formazione tecnica e professionale, integrando l'educazione ambientale e le competenze energetiche nei curricula scolastici, si può creare una nuova generazione di professionisti qualificati.
Investimenti in politiche attive del lavoro, incentivi per l’assunzione di giovani formati e riforme della formazione tecnica rappresentano strategie chiave per favorire l’integrazione tra domanda e offerta.
La formazione duale, combinando scuola e reale esperienza lavorativa, permette di sviluppare competenze pratiche e immediatamente spendibili nel mercato green, riducendo il mismatch tra domanda e offerta.
Le micro e piccole imprese, inclusi gli artigiani, rappresentano un segmento cruciale che, se supportato da formazione mirata, può contribuire significativamente alla crescita sostenibile e all’occupazione nel settore green.
Se le aziende non affrontano questa carenza, rischiano di perdere opportunità, di non rispettare le normative ambientali e di vedere compromessa la propria competitività sul mercato globale.
Obiettivi chiave includono formare competenze specializzate, creare un ecosistema tra scuola e imprese e abbassare le barriere tra formazione tecnica e mercato del lavoro green.