Nel 2024, quasi il 50% delle imprese italiane incontra difficoltà a reperire personale qualificato, con particolare richiesta di operai specializzati. La carenza di candidati adeguati deriva principalmente dalla discrepanza tra le competenze richieste dal mercato e quelle prodotte dal sistema scolastico, che fatica a rispondere alle esigenze di settori strategici come edilizia, metalmeccanica e tessile. Questo scenario evidenzia un problema strutturale e urgente che richiede interventi mirati.
- Il 48,2% delle aziende segnala difficoltà di assunzione nel 2024.
- La richiesta di operai specializzati supera il 64% delle imprese.
- Il gap tra domanda di competenze e offerta scolastica è di circa il 23%.
- Le professioni più richieste si concentrano in edilizia, metalmeccanica e tessile.
Contesto e dati sul mercato del lavoro italiano
Una delle principali ragioni per cui 1 impresa su 2 (48,2%) fatica ad assumere è legata alla carenza di lavoratori specializzati, in particolare operai con competenze specifiche richieste dal mercato. Secondo le recenti analisi di settore, si stima che il 64% delle aziende italiane abbia bisogno di operai altamente qualificati per poter garantire la propria produttività e innovazione, ma la scuola italiana non riesce a “produrre” adeguatamente questa figura professionale. Il mismatch tra domanda e offerta di queste competenze crea un vero e proprio collo di bottiglia nel mercato del lavoro, impedendo alle imprese di espandersi o migliorare le proprie performance. La situazione si aggrava con il persistere della *labour shortage*, ovvero la scarsità di candidati disponibili non sufficientemente formati o pronti a entrare nel mondo del lavoro, anche in presenza di numerose posizioni vacanti. Questo divario tra competenze richieste dal mercato e quelle fornite dal sistema educativo e formativo rappresenta una sfida cruciale per il rilancio dell’economia, richiedendo interventi mirati di aggiornamento e di sinergia tra scuola, formazione e imprese. La mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoratori specializzati limita la crescita di molte imprese italiane, che si trovano spesso a dover ricorrere a assunzioni temporanee o a formazione on the job, con un impatto negativo sulla qualità e sulla stabilità del personale.
Perché la carenza di candidati rappresenta un problema?
Perché 1 impresa su 2 (48,2%) fatica ad assumere? Il mercato chiede il 64% di operai specializzati che la scuola non “produce”. Questa criticità sottolinea come il divario tra formazione scolastica e competenze richieste dal mercato del lavoro abbia raggiunto livelli preoccupanti. Le aziende, infatti, si trovano spesso a dover investire risorse significative in formazione aggiuntiva per i propri nuovi assunti, aumentandone i costi e i tempi di inserimento. La carenza di personale qualificato limita la crescita delle imprese e riduce la loro competitività, specialmente in settori chiave come l’edilizia, la manifattura e i servizi tecnici. La scarsità di figure specializzate ostacola anche l’innovazione e la modernizzazione delle strutture produttive, creando un circolo vizioso di domanda e offerta non allineate. È evidente che un adeguato investimento nel sistema formativo, con un maggior focus sulle competenze pratiche e tecniche, potrebbe migliorare questa situazione e favorire una più efficiente transizione tra scuola e mondo del lavoro. La riforma dei percorsi formativi e il potenziamento degli istituti tecnici e professionali sono passi fondamentali per colmare questa lacuna, rendendo i giovani più pronti ad affrontare le sfide dell’economia moderna.
Settori più colpiti e figure professionali richieste
Le industrie più affette dalla mancanza di personale sono costruzioni, metalmeccanica e tessile, con una concentrazione maggiore nel Nord Italia. Tra le figure professionali più richieste troviamo:
- Operai specializzati: richiesti dal 64% delle imprese, spesso in difficoltà a trovare personale in linea con le competenze richieste.
- Diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (ITS): il 62% delle aziende segnala difficoltà di assunzione di questi giovani tecnici qualificati.
Il ruolo della scuola per rispondere alle esigenze del mercato
Il sistema scolastico ha un ruolo cruciale nel cercare di colmare il gap tra domanda e offerta di competenze. Due sono le direttrici principali su cui intervenire:
Orientamento e formazione tecnica come strumenti strategici
Per ridurre questa lacuna, è fondamentale promuovere e valorizzare i percorsi tecnici e professionali, affinché siano percepiti come validi e riconosciuti come validi canali di inserimento nel mercato del lavoro. L’orientamento deve puntare a mostrare alle famiglie e ai giovani le opportunità di un diploma tecnico-professionale, sottolineando le prospettive di impiego immediato e le possibilità di carriera.
Collegamento tra scuola e imprese
Gli ITS devono evolversi in veri e propri centri di eccellenza, con programmi di formazione co-progettati con le aziende del settore. Questo approccio permette di aggiornare costantemente le competenze degli studenti, riducendo significativamente il *skills gap*. In parallelo, gli Istituti Tecnici e Professionali devono rafforzare il loro orientamento, combattendo lo stigma culturale che valuta meno questi percorsi rispetto alle vie universitarie, e dimostrando il valore delle competenze pratiche richieste dal mercato.
Quali strategie adottare?
Per affrontare efficacemente questa criticità, è fondamentale adottare strategie mirate che migliorino l'occupabilità dei giovani e rispondano alle esigenze del mercato del lavoro. Un approccio efficace consiste nell'intensificare le partnership tra scuole e imprese, creando programmi di formazione professionale più pratici e stage che offrano esperienze concrete e di qualità agli studenti. Questo non solo aumenta il livello di competenze tecniche, ma favorisce anche l'inserimento diretto nel mondo del lavoro. Inoltre, è importante aggiornare costantemente i curricula scolastici per integrare le tecnologie emergenti e le competenze richieste dai settori più richiesti, come l'automazione, la digitalizzazione e le energie rinnovabili. Un'altra strategia consiste nel promuovere e valorizzare le carriere tecniche, rendendole appealing e prestigiose, attraverso campagne di sensibilizzazione e incentivi che ne evidenzino le possibilità di crescita e remunerazione. Solo attraverso queste strategie integrative si può colmare il divario tra domanda e offerta di manodopera qualificata, contribuendo a ridurre la difficoltà di assunzione di molte imprese.
Buone pratiche internazionali
Alcuni paesi europei hanno implementato con successo modelli di formazione duale, integrando formazione scolastica e esperienze lavorative, che potrebbero essere adottati anche in Italia per ridurre il divario tra domanda e offerta di competenze.
Conclusioni
Nonostante le sfide demografiche e di percezione culturale, la scuola può contribuire ad attenuare la crisi di manodopera qualificata. Promuovendo percorsi di formazione di qualità e orientamento professionale mirato, si può migliorare l’allineamento tra domanda e offerta, colmando il gap di competenze richiesto dal mercato. Solo tramite un impegno condiviso tra sistema educativo e imprese si potrà rispondere efficacemente alle esigenze di un’economia sempre più competitiva e qualificata.
FAQs
Perché le imprese italiane faticano ad assumere? La sfida tra domanda di manodopera specializzata e formazione scolastica
La principale ragione è la carenza di operai specializzati, dovuta al mismatch tra le competenze richieste dal mercato e quelle offerte dalla scuola italiana, che non produce abbastanza figure qualificate.
Il 64% delle imprese italiane ha bisogno di operai specializzati in settori come edilizia, metalmeccanica e tessile.
Perché manca un'adeguata attenzione alle competenze pratiche e tecniche nei percorsi formativi, e i collegamenti tra scuola e imprese sono insufficienti per rispondere alle esigenze del mercato.
La carenza limita la crescita, aumenta i costi di formazione e inserimento, e ostacola l'innovazione e la competitività delle imprese.
I settori più colpiti sono edilizia, metalmeccanica e tessile, soprattutto nel Nord Italia, dove la domanda di operai specializzati è maggiore.
Gli operai specializzati sono richiesti dal 64% delle imprese, mentre il 62% segnala difficoltà di assunzione di diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (ITS).
Attraverso l'incremento di percorsi tecnici e professionali, maggiore collaborazione con le imprese e programmi di formazione duale, per colmare il gap tra domanda e offerta di competenze.
Potenziare gli indirizzi tecnici, collaborare con le aziende nella progettazione dei curricula e promuovere campagne di valorizzazione delle carriere tecniche.
Attraverso l'implementazione di modelli di formazione che integrano esperienza sul campo e formazione scolastica, coinvolgendo attivamente le aziende sui percorsi di studi.