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Illustrare le strategie italiane contro la dispersione scolastica: dal problema implicito alle esclusioni post-obbligo

Illustrare le strategie italiane contro la dispersione scolastica: dal problema implicito alle esclusioni post-obbligo

Analisi dei dati e delle tendenze principali sulla dispersione scolastica in Italia

La dispersione scolastica rappresenta una sfida significativa per il sistema educativo italiano, con previsioni che indicano un calo del tasso di abbandono fino all’8% entro la fine del 2023. Questa cifra si avvicina agli obiettivi europei, che prevedono di ridurre la dispersione al 9% entro il 2030. Secondo il rapporto PR3: EARS – Impact Research, il fenomeno coinvolge oltre 543.000 giovani tra i 18 e i 24 anni che, nel 2020, avevano lasciato il sistema formativo senza aver conseguito il diploma o iniziato percorsi di formazione professionale.

Disomogeneità geografica e fenomeni nascosti

Un elemento cruciale è la disomogeneità territoriale: alcune regioni come l’Emilia-Romagna presentano tassi di dispersione inferiori al 10%, mentre zone interne come il Basso Ferrarese superano il 17%. La dispersione implicita, una forma di abbandono formale ma non ufficializzato, riguarda invece studenti che, pur rimanendo iscritti, non sviluppano competenze fondamentali in ambiti come italiano, matematica o inglese. Secondo INVALSI, questa condizione interessa oltre il 20% degli alunni italiani.

Contributi dei fattori socio-economici e familiari

  • Fattori socio-economici: povertà educativa,instabilità economica, marginalità geografica.
  • Fattori familiari: basso livello di istruzione dei genitori, mancanza di interesse verso la scuola, conflitti domestici.

Questi aspetti si sovrappongono e si rinforzano, creando un effetto cumulativo che accelera l’esclusione educativa.

Fattori personali e scolastici

Oltre alle cause esterne, aspetti come motivazione bassa, difficoltà emotive, problemi comportamentali e relazioni problematiche con insegnanti o coetanei contribuiscono a un calo dell’impegno scolastico. La mancanza di didattica personalizzata e il ripetersi di anni scolastici sono ulteriori fattori di rischio.

Fenomeni collegati alla dispersione e alle esclusioni

  • NEET: in Italia, il 23,4% dei giovani tra 15 e 29 anni rientra in questa categoria, tra i più alti in Europa.
  • Esclusione dalle filiere post-obbligo: rappresenta un ostacolo all’ingresso nel mercato del lavoro, soprattutto senza qualifiche professionali.

Misure e interventi italiani contro la dispersione scolastica

Il sistema italiano ha sviluppato una serie di strategie articolate in tre livelli principali: prevenzione, intervento e compensazione.

Prevenzione: monitoraggio e orientamento precoce

  • Utilizzo del portale SIDI, per il monitoraggio delle presenze e delle assenze;
  • Progetti di orientamento tempestivi e piani personalizzati per gli studenti a rischio;
  • Coinvolgimento di enti locali e del terzo settore in iniziative educative non formali.

Intervento: rafforzare il rapporto scuola-territorio

  • Implementazione di Patti Educativi di Comunità per favorire il coinvolgimento dei territori;
  • Attivazione di sportelli di ascolto, mediatori culturali e programmi di tutoraggio mirati;
  • Sperimentazioni, come in Emilia-Romagna, di soglie di allerta per le assenze prolungate.

Compensazione: potenziamento delle strutture di formazione

  • I CPIA (Centri Provinciali per la formazione degli adulti), per supportare giovani e adulti in uscita anticipata;
  • Offerta dei percorsi IeFP, di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali;
  • Iniziative nelle strategie nazionali per le aree interne con interventi specifici di supporto educative e infrastrutturali.

La governance multilivello, che coinvolge livello nazionale, enti locali e comunità, è considerata chiave nel potenziare l’efficacia di queste azioni.

Il ruolo chiave dei docenti nella lotta alla dispersione

Rilevante nell’intero processo è il ruolo dei docenti, che si trovano in prima linea nel riconoscere segnali di disagio come assenze frequenti, scarso interesse e isolamento sociale. Per elevare l’efficacia di tali interventi, è necessario dotarli di strumenti adeguati, tra cui:

  • Formazione specifica sul disagio scolastico e sui metodi di intervento precoce;
  • Collaborazioni strutturate con figure educative e servizi territoriali;
  • Maggiore flessibilità metodologica per rispondere ai bisogni degli studenti più fragili.

L’obiettivo finale è sviluppare un approccio sistemico e integrato fra scuola, famiglia e comunità, per contrastare efficacemente dispersione implicita ed esclusione dalle filiere formative post-obbligo, puntando sulla centralità dei docenti come veri attori di cambiamento.

Cos'è la dispersione scolastica e perché è un problema così rilevante in Italia? +

La dispersione scolastica si riferisce alla fuoriuscita dall'istruzione dei giovani prima di aver acquisito un titolo formale, rappresentando una sfida per il sistema educativo italiano. È importante perché segnala l'insuccesso nel garantire l'inclusione e l'uguaglianza, aumentando il rischio di esclusione sociale e difficoltà future nel mercato del lavoro.


Quali sono le principali tendenze sul tasso di dispersione in Italia entro il 2023? +

Preparando le strategie di riduzione, l'Italia ha puntato a ridurre il tasso di dispersione al 8% entro il 2023, avvicinandosi agli obiettivi europei e contribuendo a contenere fenomeni come l'abbandono precoce e i NEET, mediante interventi su più livelli e responsabilizzando le istituzioni scolastiche e locali.


In che modo la disomogeneità geografica influisce sulla dispersione scolastica nel paese? +

La variabilità territoriale, con alcune regioni come l’Emilia-Romagna che presentano tassi inferiori al 10% e altre come il Basso Ferrarese che superano il 17%, evidenzia come le disparità localizzate influenzino significativamente il fenomeno. Questa disomogeneità richiede interventi mirati per colmare i divari e sviluppare politiche più efficaci a livello territoriale.


Che cosa si intende per dispersione implicita e quali sono le sue conseguenze? +

Per dispersione implicita si intende un fenomeno in cui gli studenti, pur rimanendo formalmente iscritti, non sviluppano competenze essenziali in materie fondamentali come italiano, matematica o inglese. Questa forma nascosta di abbandono può portare a un consistente gap di apprendimento, compromettendo le future opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.


Quali fattori socio-economici e familiari contribuiscono alla dispersione scolastica? +

Fattori come la povertà educativa, l’instabilità economica, e la marginalità territoriale si sommano ai bassi livelli di istruzione dei genitori, alla mancanza di interesse e ai conflitti domestici, creando un contesto che favorisce l’abbandono scolastico e l’esclusione formativa dei giovani a rischio.


In che modo i fattori personali e scolastici influenzano la dispersione? +

Aspetti come la motivazione insufficiente, le difficoltà emotive, e i problemi comportamentali, associati a un ausilio didattico poco personalizzato e a ripetizioni frequenti, aggravano il rischio di abbandono e di insufficienti competenze, rendendo necessario un intervento più mirato e tempestivo.


Quali sono i principali fenomeni collegati alla dispersione e alle esclusioni? +

Tra i fenomeni più critici troviamo i NEET, che rappresentano un 23,4% dei giovani tra 15 e 29 anni, e l’esclusione dalle filiere post-obbligo, che ostacola l’accesso al mercato del lavoro senza qualifiche adeguate, aggravando il rischio di marginalizzazione sociale.


Quali sono le principali strategie italiane di contrasto alla dispersione scolastica? +

L’Italia ha adottato un approccio multilivello, articolato in prevenzione, intervento e compensazione, mirato a intercettare tempestivamente i segnali di disagio e sostenere il percorso formativo dei giovani più fragili attraverso servizi, programmi e iniziative territoriali.


Come si articolano le misure di prevenzione contro la dispersione scolastica? +

Le misure di prevenzione si basano sull’uso di strumenti come il portale SIDI per il monitoraggio delle presenze, progetti di orientamento precoce e piani personalizzati, coinvolgendo inoltre enti locali e il terzo settore in attività educative non formali.


In che modo l'intervento scolastico rafforza il rapporto scuola-territorio? +

Attraverso l’implementazione di Patti Educativi di Comunità, l’attivazione di sportelli di ascolto, mediatori culturali e programmi di tutoraggio, si favorisce un coinvolgimento maggiore delle realtà locali, creando reti di supporto più solide e reattive alle esigenze degli studenti a rischio.


Quali interventi strutturali sono previsti nella fase di compensazione? +

Nella strategia di compensazione, si promuovono strutture come i CPIA per supportare ragazzi e adulti in uscita anticipata, oltre all'offerta di percorsi IeFP triennali o quadriennali e iniziative nelle aree interne, con interventi mirati di supporto educative e infrastrutturali.


Qual è il ruolo centrale dei docenti nella lotta contro la dispersione? +

I docenti, in prima linea nel riconoscere segnali di disagio, svolgono un ruolo fondamentale nel contrastare l’abbandono attraverso una formazione specifica, collaborazioni con servizi territoriali e metodologie flessibili. La loro capacità di intervenire precocemente è determinante per sviluppare un sistema scolastico più inclusivo e reattivo alle esigenze degli studenti più fragili, contribuendo così a ridurre la dispersione implicita e l’esclusione dal percorso post-obbligo.

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