Il Garante Nazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, Maurizio Borgo, sottolinea che l’introduzione del ruolo di "docente per l’inclusione" rappresenta un passo culturale importante, ma insufficiente senza riforme strutturali. Questa figura può segnare un vero cambiamento solo se accompagnata da interventi concreti e politiche di lungo termine, fondamentali per un’effettiva integrazione educativa. | Quando: in sede di Commissione Cultura e Istruzione | Dove: Parlamento italiano | Perché: per migliorare l’efficacia delle pratiche inclusive nella scuola italiana.
Le criticità e le opportunità del nuovo profilo
Le criticità e le opportunità del nuovo profilo
Il cambio di denominazione da "docente di sostegno" a "docente per l’inclusione" rappresenta senz'altro un passo importante verso un'attenzione più mirata alle esigenze degli studenti con bisogni educativi speciali. Tuttavia, secondo quanto affermato dal Garante durante la discussione in Commissione, questa modifica rischia di essere solo terminologica se non accompagnata da adeguate riforme. Il Garante ha sottolineato come, senza quattro riforme fondamentali, il nuovo profilo rischi di restare un’iniziativa superficiale, priva di effetti concreti sulla qualità dell'inclusione scolastica.
Le quattro riforme richieste comprendono: un potenziamento delle risorse e della formazione specifica per i docenti impegnati nell'inclusione, la revisione delle procedure di valutazione e di pianificazione didattica, il rafforzamento del coordinamento tra le varie figure professionali coinvolte e l'adozione di strumenti innovativi per la gestione personalizzata delle discipline e delle attività. Solo attraverso un approccio sistemico e multidimensionale sarà possibile creare un ambiente scolastico realmente inclusivo e capace di rispondere alle esigenze di tutti gli studenti.
Inoltre, questa trasformazione può rappresentare un'opportunità per rinnovare radicalmente il modo di concepire l’educazione inclusiva, spostando il focus dalla mera assegnazione di un ruolo specifico all’interno della scuola a una strategia condivisa e radicata nella cultura pedagogica. La formazione continua dei docenti, la sensibilizzazione delle istituzioni e la collaborazione tra tutte le parti coinvolte sono elementi chiave per fare del nuovo profilo un pilastro di un sistema scolastico più equo, efficace e capace di valorizzare la diversità.
Il ruolo di questa figura
Il docente per l’inclusione riveste un ruolo centrale nell’attuazione di un ambiente scolastico realmente accessibile e accogliente per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro esigenze specifiche. Questo professionista non deve limitarsi a interventi isolati o a un mero supporto tecnico, ma deve essere elemento attivo e propositivo nel processo di creazione di una scuola inclusiva. La sua presenza stabile e qualificata consente di costruire un percorso formativo personalizzato, che tenga conto delle potenzialità di ciascuno studente e delle diversità presenti.
Il Garante ha sottolineato inoltre l'importanza di una formazione approfondita e continua, affinché il docente possa aggiornarsi sulle nuove metodologie pedagogiche e sulle metodologie inclusive più efficaci. La sua azione deve integrarsi con quella degli altri insegnanti e delle figure educative, promuovendo progettualità condivise e una collaborazione stretta all’interno del consiglio di classe.
Per essere efficace, questa figura deve operare all’interno di un quadro di responsabilità condivisa, dove ogni componente della comunità scolastica si sente coinvolta e parte attiva nel percorso di inclusione. Solo così si può garantire un approccio sistemico, che valorizzi le competenze di ciascuno e favorisca uno sviluppo armonico degli studenti, promuovendo una cultura scolastica basata sulla solidarietà, il rispetto reciproco e l’equità educativa.
Le quattro riforme chiave per un reale cambiamento
Il Garante per l’inclusione ha espresso alcune riserve circa l’adozione esclusiva di un nuovo titolo o di denominazioni più appropriate per il ruolo di “Docente per l’inclusione”, sottolineando che senza un intervento strutturale nelle normative, si rischia di ridurre tale iniziativa a un semplice cambiamento terminologico. Per garantire un reale progresso nel sistema di inclusione scolastica, sono imprescindibili quattro riforme chiave che devono accompagnare ogni modifica normativa.
La prima riguarda la continuità didattica. È fondamentale introdurre vincoli formali che assicurino la stabilità del progetto di inclusione per tutto il ciclo di studi di uno studente. Ciò significa evitare cattedre scoperte o frequenti cambi di insegnanti specializzati, consentendo agli alunni con bisogni educativi speciali di beneficiare di un percorso coerente e senza interruzioni. La continuità aiuta a costruire relazioni di fiducia e a migliorare i risultati scolastici, creando un ambiente più inclusivo e stabile.
La seconda riforma riguarda la programmazione anticipata delle nomine. È essenziale pianificare con ampio anticipo le assegnazioni di docenti specializzati, così da eliminare i ritardi che spesso compromettono l’efficacia dell’inclusione, soprattutto per gli studenti più fragili. Questa programmazione garantisce che le risorse umane siano prontamente disponibili all’inizio dell’anno scolastico, permettendo un avvio più efficace delle attività di sostegno e di personalizzazione degli interventi.
La terza si concentra sulla formazione specifica continua. È necessario sviluppare scuole di specializzazione a ciclo continuo, superando gli ostacoli delle limitazioni universitarie convenzionali e rispondendo alla crescente domanda di docenti qualificati nell’ambito dell’inclusione. La formazione continua permette agli insegnanti di aggiornarsi sulle migliori pratiche e di acquisire competenze aggiornate, migliorando così la qualità dell’intervento educativo e promuovendo un ambiente scolastico più rispondente alle esigenze di tutti gli studenti.
Infine, la quarta riforma riguarda la formazione obbligatoria per tutto il personale scolastico. Promuovere corsi di formazione approfonditi e permanenti sul tema dell’inclusione, rivolti non solo ai docenti curriculari, ma anche al personale ATA e ai dirigenti scolastici, favorisce una responsabilità condivisa. Questa misura contribuisce a creare una cultura di accoglienza e di attenzione alle diversità, fondamentale per un’effettiva integrazione degli studenti con bisogni speciali nel tessuto scolastico quotidiano.
Perché queste riforme sono fondamentali
Il ruolo del docente per l’inclusione rappresenta un elemento chiave per garantire un ambiente scolastico realmente accogliente e supportivo. Tuttavia, come evidenziato dal Garante durante la discussione in Commissione, senza le riforme strutturali necessarie, il semplice cambio di nomenclatura rimane insufficiente. La mancanza di interventi concreti rischia di trasformare queste iniziative in mere terminologie, senza un impatto reale sulla vita quotidiana degli studenti. Pertanto, è essenziale definire un profilo professionale chiaro e proporre azioni specifiche che favoriscano formazione, competenze pratiche e responsabilità condivise tra tutti gli attori scolastici. Solo attraverso queste riforme sarà possibile promuovere un’inclusione efficace, stabile e duratura nel sistema scolastico.
Il rischio di una riforma di facciata
Il rischio di una riforma di facciata
Se non vengono adottate le quattro riforme indicate, si continuerà a parlare di inclusione come di un principio astratto, senza tradurlo in pratiche concrete e durature.
La recente posizione del Garante, che si è espresso in Commissione chiedendo di dare maggiore peso al nome di "Docente per l’inclusione" senza implementare le modifiche necessarie, evidenzia un rischio reale di cadere in una riforma di facciata. Questa situazione può portare a interventi superficiali che non affrontano le sfide reali della scuola inclusiva.
Per garantire un reale cambiamento, è fondamentale definire chiaramente il profilo del docente per l’inclusione e sviluppare proposte concrete che migliorino l’efficacia dell'intervento educativo. Ciò include corsi di formazione specifici, risorse adeguate e un sistema di valutazione che favorisca pratiche inclusive e sostenibili nel tempo.
Solo attraverso un approccio strutturato e multidimensionale si potrà evitare di ridurre la riforma a un semplice elemento terminologico, assicurando un reale progresso nel trattamento delle esigenze di tutti gli studenti. È essenziale che le proposte siano pratiche e applicabili, promuovendo un ambiente scolastico più inclusivo e equo per tutti gli attori coinvolti.
FAQs
Docente per l’inclusione, il Garante frena in Commissione: “Sì al nome, ma senza 4 riforme è solo terminologica”. Il profilo e le proposte necessarie — approfondimento e guida
È una figura professionale dedicata a supportare l'inclusione nelle scuole, simbolo di un cambiamento culturale verso un'attenzione più mirata alle esigenze degli studenti con bisogni educativi speciali.
Rischia di rimanere solo terminologica, senza effetti concreti sull'effettiva qualità dell'inclusione scolastica e senza cambiamenti sistemici necessari.
La continuità didattica, la programmazione anticipata delle nomine, la formazione specifica continua e la formazione obbligatoria per tutto il personale scolastico.
Garantisce stabilità e relazioni di fiducia tra studenti e docenti, migliorando i risultati scolastici e creando ambienti più inclusivi.
Permette di pianificare con anticipo le assegnazioni di docenti specializzati, eliminando ritardi e garantendo l'inizio tempestivo delle attività di sostegno.
Aggiorna le competenze dei docenti sulle pratiche inclusive più efficaci, migliorando la qualità degli interventi educativi e la capacità di rispondere alle esigenze degli studenti.
Favorisce una responsabilità condivisa e crea una cultura di accoglienza, migliorando l'integrazione degli studenti con bisogni speciali nel contesto scolastico.
Per garantire che l'intervento sia efficace, pratico e sostenibile, e per evitare che il ruolo venga ridotto a una semplice etichetta senza effetti reali.
Può portare a interventi superficiali che non affrontano le sfide reali, riducendo l'inclusione a un principio astratto senza effetti pratici duraturi.