Situazione attuale delle assunzioni e delle supplenze nel settore scolastico
I dati più recenti, comunicati dal Ministero dell'Istruzione e del Merito nel mese di ottobre, evidenziano un quadro di continue difficoltà nel consolidamento del personale docente per l'anno scolastico 2025/26. La maggior parte dei posti vacanti rimane ancora irrisolta, e il numero di contratti precari, soprattutto le supplenze annuali, continua ad aumentare, compromettendo la stabilità dell'offerta formativa nelle scuole italiane.
Immissioni in ruolo e disallineamenti rispetto alle esigenze
Secondo le ultime statistiche ufficiali, l’organico autorizzato ammonta a circa 48.500 posti, mentre le vacanze ancora da coprire sono circa 52.900. Al 24 settembre, sono stati già assunti circa 29.700 docenti a tempo indeterminato, ma si prevedono ulteriori 4.400 assunzioni entro la fine dell’anno. Nonostante questo, le opportunità di stabilizzazione restano significativamente insufficienti rispetto alle necessità reali del sistema scolastico.
- Assunzioni tramite fondi PNRR: 18.600
- Idonei del concorso 2020 chiamati in servizio: 1.800
- Incarichi di religione cattolica (IRC): circa 6.000 assunzioni
La questione delle supplenze temporanee e la crescita del precariato
Le supplenze di breve e lungo termine, con contratti che si estendono fino a 6-8 mesi e oltre, contano circa 182.600 casi, di cui oltre 76.000 riguardano il sostegno agli studenti con disabilità. La proporzione di insegnanti precari sul totale del personale docente si è più che raddoppiata negli ultimi dieci anni, passando dal 12% del 2015 al circa 24% di oggi. Attualmente, si stimano circa 180.000 contratti annuali, un incremento significativo rispetto alle cifre di appena un decennio fa.
Implicazioni della maggiore precarietà
Il permanere di una così elevata percentuale di docenti con contratti a termine implica una stabilità lavorativa precaria e un’incertezza costante che danneggiano la qualità dell’insegnamento e la continuità didattica. Questa situazione mette in discussione la qualità educativa e l’attenzione alle esigenze degli studenti, specialmente in ambiti sensibili come l’inclusione scolastica.
Reazioni e proposte delle sigle sindacali
Per Giuseppe D’Aprile, segretario generale dell’Unione Italiana dei Lavoratori della Scuola (UIL Scuola Rua), la questione non è più semplicemente di natura temporanea, ma si configura come una problematica strutturale: la scuola italiana si sostiene, ormai, su un tessuto di lavoro precario che richiede interventi immediati per migliorare l’organico stabile.
D’Aprile evidenzia come la crisi nel settore del sostegno scolastico richieda interventi urgenti: l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i docenti specializzati, attraverso l’utilizzo massiccio delle graduatorie e delle GPS, al fine di trasformare l’attuale organico di fatto in organico di diritto e di mettere fine a una gestione emergenziale che si ripresenta di anno in anno.
Le proposte sindacali sottolineano inoltre la necessità di un piano straordinario di assunzioni e di un processo di reclutamento trasparente e pianificato per rafforzare il sistema e migliorare la qualità della formazione offerta.
Considerazioni finali
La situazione del reclutamento e delle stabilizzazioni nel settore scolastico italiano si presenta ancora molto critica. È essenziale adottare politiche di assunzione più efficaci, che favoriscano la stabilità del personale docente e garantiscano una formazione di qualità per tutti gli studenti. Solo in questo modo si potrà affrontare e superare definitivamente la piaga del precariato nel settore educativo.
Domande frequenti su Docenti, immissioni in ruolo precari e idonei 2025/26: quasi 20mila posti non assegnati. E i supplenti aumentano: già 180mila contratti annuali
Attualmente, il sistema scolastico italiano si trova in una condizione di forte precarietà, con circa 20.000 posti di insegnamento ancora non assegnati, nonostante siano state effettuate quasi 30.000 assunzioni a tempo indeterminato. Questa disparità evidenzia una disallineamento tra le esigenze effettive e le risorse disponibili, ampliando il divario tra domanda e offerta di posti di ruolo.
Le cause principali risiedono in una mancata pianificazione strategica delle immissioni, in un numero insufficiente di graduatorie aggiornate e nelle politiche di reclutamento spesso troppo frammentate. Inoltre, la pandemia e le normative emergenziali hanno ulteriormente ostacolato un inserimento stabile e pianificato dei docenti nel sistema scolastico.
Gli idonei del concorso 2020 rappresentano una risorsa importante, con circa 1.800 chiamate in servizio. Tuttavia, il numero di posti disponibili e la loro distribuzione non sono ancora sufficienti a colmare completamente le lacune, lasciando molte cattedre ancora vacanti e in attesa di future immissioni.
Il numero di supplenti, con circa 182.600 contratti annuali, è aumentato significativamente negli ultimi dieci anni, passando da una realtà più contenuta a una situazione di forte precariato. Questo incremento riflette le difficoltà di stabilizzazione e le carenze nelle assunzioni di ruolo, che costringono le scuole a ricorrere sempre più frequentemente ai supplenti.
L'aumento dei contratti precari e la mancanza di stabilità lavorativa compromettono la continuità didattica e la qualità dell’insegnamento, creando un ambiente in cui è più difficile garantire un percorso formativo efficace e uniforme per gli studenti, soprattutto in contesti di inclusione scolastica.
I sindacati, tra cui l’UIL Scuola Rua, chiedono interventi strutturali come l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i docenti specializzati, un piano straordinario di assunzioni e un reclutamento trasparente e pianificato, volto a ridurre la precarietà e rafforzare l’organico stabile.
Per raggiungere questo obiettivo, si propone di utilizzare massicciamente le graduatorie e le GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze), garantendo che le assunzioni siano effettuate in modo trasparente e pianificato, con l’intento di stabilizzare un numero consistente di docenti e ridurre così il precariato.
Una prevalenza di contratti a termine, come gli attuali circa 180.000, genera instabilità lavorativa, riduce l’efficacia della continuità didattica e può compromettere la qualità dell'offerta educativa, con conseguenze potenzialmente negative sulla crescita degli studenti e sull'inclusione scolastica.
Per migliorare il reclutamento, è necessario adottare politiche che prevedano una maggiore trasparenza nel processo di selezione, aggiornare costantemente le graduatorie, investire in formazione e professionalizzazione, e realizzare piani di assunzione straordinari per coprire pienamente le esigenze del sistema scolastico pubblico.
Le prossime immissioni potrebbero ridurre significativamente il fenomeno dei posti vacanti, offrendo stabilità ai docenti e migliorando la continuità didattica. Tuttavia, l’efficacia di tali misure dipenderà dalla pianificazione e dall’effettiva copertura delle esigenze del sistema scolastico.
Per fronteggiare questa domanda crescente, bisogna aumentare le assunzioni a tempo indeterminato, migliorare la pianificazione delle immissioni e semplificare le procedure di reclutamento, così da ridurre l’utilizzo di supplenti e garantire una maggiore stabilità didattica.