Introduzione: un blocco sistemico che coinvolge Italia e Svizzera
Le recenti indagini condotte in Italia e nel Canton Ticino, regione svizzera di lingua italiana, hanno messo in evidenza una crisi strutturale nel settore dell’istruzione, caratterizzata da un eccessivo carico burocratico e da un lavoro supplementare non retribuito. Questa situazione si traduce in un considerevole danno economico e in una condizione di disagio professionale per circa 14.000 euro di lavoro non retribuito all’anno, dietro le 18 ore settimanali di insegnamento.
Scenario in Svizzera Italiana: dati e criticità emergenti
Risultati dell’indagine OCST
Tra settembre e ottobre 2024, il sindacato OCST ha coinvolto 631 insegnanti rappresentativi di circa 6.300 docenti nella regione, raccogliendo oltre 4.200 osservazioni libere. I risultati evidenziano numerose criticità nel loro ambiente lavorativo, tra cui:
- Gestione di molteplici classi distribuite su varie sedi;
- Difficoltà ad affrontare casi complessi senza strumenti adeguati;
- Assenza di feedback regolari: il 69% degli insegnanti dichiara di non ricevere valutazioni periodiche;
- Circa un terzo di loro utilizza risorse personali per colmare le carenze strutturali;
- Percezione di riforme imposte dall’alto, senza un coinvolgimento reale del personale.
Le proposte del sindacato per migliorare la situazione
Per affrontare queste criticità, il sindacato propone:
- Riduzione della burocrazia amministrativa;
- Revisione dei parametri organizzativi;
- Sgravi orari per gli insegnanti operanti su più sedi;
- Implementazione di figure di supporto pedagogico.
Convesso Italiano: il peso economico del lavoro non retribuito
Oneri oltre le ore di insegnamento ufficiali
L’Associazione Nazionale degli Educatori e Ricercatori (Anief) denuncia che dietro le canoniche 18 ore settimanali si celano >50 ore di attività extra, non retribuite, tra la preparazione delle lezioni, la correzione di compiti, i piani educativi, le riunioni con genitori e la formazione continua.
Stima dei costi e richieste sindacali
Il sindacato calcola che questa mole di lavoro sommerso comporti una perdita economica di circa 14.000 euro annui. Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha richiesto che questa somma venga recuperata entro il 2030, attraverso aggiornamenti contrattuali.
Dati e numeri sul lavoro di insegnante in Italia
- I docenti di ruolo lavorano mediamente circa 1.660 ore all’anno;
- I docenti supplenti arrivano a circa 1.580 ore annue;
- Gli insegnanti delle scuole superiori superano le 1.677 ore annuali;
- In Alto Adige, un’inchiesta su 5.200 docenti ha rilevato circa 36 ore settimanali distribuite su 45 settimane;
- Il potere di acquisto delle retribuzioni degli insegnanti si è ridotto del 7,5% negli ultimi cinque anni.
Analisi comparativa tra il sistema ticinese e quello italiano
Elementi comuni e differenze tra i due sistemi
Le due realtà mostrano un quadro di analogie significative:
- Entrambi i sistemi denunciano un aumento delle incombenze burocratiche;
- La valorizzazione professionale appare carente;
- Il dialogo con le direzioni scolastiche è spesso limitato.
Tuttavia, si punto di differenza si riscontra nel clima lavorativo tra colleghi: in Ticino, prevale una collaborazione più solida, mentre in Italia si coglie un più diffuso senso di burnout.
Obiettivi condivisi e proposte di riforma
Tra le richieste condivise vi sono:
- Riduzione degli oneri amministrativi;
- Maggiore autonomia didattica;
- Formazione continua più mirata;
- Sistemi di valutazione più efficaci e incentivanti.
Note finali e prospettive future
Le problematiche di burocrazia e lavoro gratuito rappresentano un’urgente sfida globale nel settore della formazione, richiedendo interventi strutturali che possano garantire condizioni più eque, sostenibili e motivanti per i docenti, sia in Italia che in Svizzera.
Conclusione: un appello alla riforma e alla valorizzazione professionale
Per assicurare un sistema educativo più equo e efficiente, è essenziale ridurre i carichi burocratici e riconoscere il valore del lavoro dei docenti, compensando adeguatamente le ore di lavoro svolto al di fuori delle attività canoniche.
La sfida delle riforme: garantire sostenibilità e valorizzazione dei docenti
Solo attraverso riforme condivise e strategie di lungo termine sarà possibile superare questa crisi e costruire un sistema scolastico più giusto e motivante, in grado di valorizzare il merito e le competenze degli insegnanti.
Il problema principale è rappresentato dall'eccessivo carico burocratico e dal lavoro supplementare non retribuito, che pesa sui docenti e compromette il loro benessere professionale, con una stima di circa 14.000 euro di lavoro non retribuito all'anno.
La burocrazia aumenta le incombenze amministrative, riduce il tempo dedicato alla didattica e spesso limita la possibilità di un dialogo costruttivo con le direzioni scolastiche, creando stress e inefficienza.
Gli insegnanti svolgono oltre le 18 ore settimanali ufficiali più di 50 ore di attività extra non retribuite, tra preparazione lezioni, correzioni, incontri con genitori e formazione, con una perdita economica stimata di circa 14.000 euro all'anno.
Per valutare la perdita economica, si considera il valore delle ore di lavoro extra non retribuito rispetto ai salari medi degli insegnanti, arrivando a una stima di circa 14.000 euro annui per ogni docente coinvolto.
I sindacati chiedono una riduzione della burocrazia, una revisione dei parametri organizzativi, sgravi orari per chi lavora su più sedi e l’introduzione di figure di supporto pedagogico per alleviare il carico di lavoro.
L'eccessivo carico di lavoro non retribuito contribuisce al burnout, allo stress e alla perdita di motivazione tra i docenti, compromettendo la qualità dell'insegnamento e il loro equilibrio personale.
Mentre entrambe le realtà affrontano problematiche di burocrazia e insoddisfazione, in Ticino prevale una maggiore collaborazione tra colleghi e maggiore autonomia, mentre in Italia si evidenzia un più diffuso senso di burnout e scarsa valorizzazione professionale.
L’introduzione di sistemi di valutazione più efficaci, maggiore autonomia didattica, riduzione dell’onere burocratico e investimenti nella formazione continua sono riforme fondamentali per valorizzare e sostenere i docenti.
Riconoscere e retribuire adeguatamente le ore di lavoro extra è essenziale per garantire motivazione, equità e sostenibilità nel settore educativo, contribuendo a prevenire il burnout e valorizzando le competenze professionali.
Le principali sfide includono la riduzione della burocrazia, il riconoscimento del lavoro extra, la valorizzazione della professione e la creazione di condizioni di lavoro più sostenibili, per garantire un sistema scolastico più giusto e motivante.