Chi sono: Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Napoli. Cosa propone: un approccio reale e motivante all’educazione. Quando: durante un’intervista recente. Dove: in ambito scolastico e sociale. Perché: per migliorare la formazione dei giovani e contrastare l’effetto dei progetti poco efficaci nelle scuole.
- Critica la tendenza a considerare le scuole come "progettifici"
- Sottolinea l’importanza di esperienze concrete
- Invita a portare gli studenti nelle comunità terapeutiche
- Afferma che l’educazione autentica si crea con sincerità e impegno reale
- Evidenzia il rischio di sprecare tempo con progetti marginali
Perché le scuole non devono trasformarsi in "progettifici"
Secondo Nicola Gratteri, uno degli errori più gravi nelle istituzioni scolastiche consiste nel sovraccaricare il curricolo di progetti che poco hanno a che fare con l’apprendimento reale. Questo approccio rischia di ridurre il tempo dedicato alla formazione effettiva degli studenti, rendendo le scuole ambienti poco efficaci nel promuovere valori come la legalità e il senso di responsabilità.
Il Procuratore mette in guardia dal pericolo di confondere la presenza di tanti progetti con un’educazione di qualità. La crescita personale dei giovani, invece, si basa su esperienze concrete e significative, non su attività superficiali che riempiono glia agende senza portare benefici reali.
Inoltre, Gratteri evidenzia che la presenza di troppe iniziative marginali, spesso estemporanee, riduce il tempo di lezione e rende difficile mantenere un’offerta educativa stabile. La scuola dovrebbe focalizzarsi sulla formazione di coscienze, e non sulla quantità di progetti che spesso sono solo modo di riempire spazi.
Quali sono i rischi delle scuole "progettifiche"?
Le scuole che si concentrano troppo sui progetti rischiano di perdere di vista l’obiettivo principale: educare con attenzione, sincerità e responsabilità. La riduzione delle ore di lezione dura limita il contatto diretto tra insegnante e studente, compromettendo la qualità dell’apprendimento.
In questo contesto, Gratteri invita a utilizzare metodi alternativi basati sull’esperienza concreta e sul contatto diretto con realtà sociali complesse, come le comunità terapeutiche. Solo avvicinando i giovani a realtà vere si può promuovere un senso di responsabilità e di senso del dovere.
Portare i ragazzi nelle comunità, incontrare direttamente le persone coinvolte nel problema delle dipendenze e del disagio, permette di toccare con mano le cause di molti mali sociali e di educare alla legalità e alla responsabilità in modo autentico.
Perché le comunità terapeutiche sono un’esperienza formativa
Per Gratteri, un’esperienza diretta nel sociale, come visitare le comunità terapeutiche, è superiore a molte ore passate in aula a parlare di legalità. Aiuta i giovani a capire le dinamiche del problema e a sviluppare empatia, responsabilità e consapevolezza.
Le attività in contesti autentici pongono le basi per un’educazione più efficace e duratura, rispetto ai soliti incontri teorici e ai progetti che spesso vengono svolti in modo superficiale.
Questa strategia, secondo il Procuratore, permette di formare cittadini più consapevoli e meno inclini a cedere alle sirene del facile successo tramite il non rispetto delle regole.
Quali sono le proposte concrete di Gratteri?
Il Procuratore suggerisce di dedicare più tempo a esperienze pratiche e a incontri con realtà sociali complesse, come le comunità terapeutiche, i laboratori di legalità o incontri con testimonianze dirette. È preferibile investire in attività che abbiano un impatto reale sulla formazione dei giovani, piuttosto che su progetti superficiali.
Inoltre, raccomanda di evitare l’uso improprio degli ospiti nelle scuole, come politici o figure pubbliche non preparate, che spesso portano contenuti poco utili e poco aderenti alla realtà dei ragazzi. La qualità delle persone che vengono in aula è fondamentale per un’educazione autentica.
Come può cambiare l’approccio educativo?
Potenzialmente, puntando su esperienze pratiche, dialogo diretto e coinvolgimento reale, le scuole possono recuperare il senso vero dell’istruzione e della formazione civica. Si tratta di abbandonare la logica del “progettificio” per abbracciare un modello di educazione che si fondi su valori condivisi e sulla responsabilità sociale.
Conclusioni di Gratteri
Per il Procuratore, il compito delle scuole è formare coscienze e non riempire pagine di progetti. Solo così si potrà contribuire a costruire cittadini responsabili, capaci di affrontare le sfide sociali e di rispettare le leggi, portando nelle aule un’educazione autentica e significativa.
Quali sono i rischi delle scuole "progettifiche"?
Le scuole che si concentrano troppo sui progetti rischiano di perdere di vista l’obiettivo principale: educare con attenzione, sincerità e responsabilità. La riduzione delle ore di lezione dura limita il contatto diretto tra insegnante e studente, compromettendo la qualità dell’apprendimento.
In questo contesto, Gratteri invita a utilizzare metodi alternativi basati sull’esperienza concreta e sul contatto diretto con realtà sociali complesse, come le comunità terapeutiche. Solo avvicinando i giovani a realtà vere si può promuovere un senso di responsabilità e di senso del dovere.
Portare i ragazzi nelle comunità, incontrare direttamente le persone coinvolte nel problema delle dipendenze e del disagio, permette di toccare con mano le cause di molti mali sociali e di educare alla legalità e alla responsabilità in modo autentico.
Perché le comunità terapeutiche sono un’esperienza formativa
Per Gratteri, un’esperienza diretta nel sociale, come visitare le comunità terapeutiche, è superiore a molte ore passate in aula a parlare di legalità. Aiuta i giovani a capire le dinamiche del problema e a sviluppare empatia, responsabilità e consapevolezza.
Le attività in contesti autentici pongono le basi per un’educazione più efficace e duratura, rispetto ai soliti incontri teorici e ai progetti che spesso vengono svolti in modo superficiale.
Questa strategia, secondo il Procuratore, permette di formare cittadini più consapevoli e meno inclini a cedere alle sirene del facile successo tramite il non rispetto delle regole.
Quali sono le proposte concrete di Gratteri?
Il Procuratore suggerisce di dedicare più tempo a esperienze pratiche e a incontri con realtà sociali complesse, come le comunità terapeutiche, i laboratori di legalità o incontri con testimonianze dirette. È preferibile investire in attività che abbiano un impatto reale sulla formazione dei giovani, piuttosto che su progetti superficiali.
Inoltre, raccomanda di evitare l’uso improprio degli ospiti nelle scuole, come politici o figure pubbliche non preparate, che spesso portano contenuti poco utili e poco aderenti alla realtà dei ragazzi. La qualità delle persone che vengono in aula è fondamentale per un’educazione autentica.
Come può cambiare l’approccio educativo?
Potenzialmente, puntando su esperienze pratiche, dialogo diretto e coinvolgimento reale, le scuole possono recuperare il senso vero dell’istruzione e della formazione civica. Si tratta di abbandonare la logica del “progettificio” per abbracciare un modello di educazione che si fondi su valori condivisi e sulla responsabilità sociale.
Conclusioni di Gratteri
Per il Procuratore, il compito delle scuole è formare coscienze e non riempire pagine di progetti. Solo così si potrà contribuire a costruire cittadini responsabili, capaci di affrontare le sfide sociali e di rispettare le leggi, portando nelle aule un’educazione autentica e significativa.
Perché le comunità terapeutiche sono un’esperienza formativa
Le comunità terapeutiche rappresentano un ambiente privilegiato per un apprendimento pratico e significativo, che trascende le mere nozioni teoriche. Attraverso queste esperienze, i giovani hanno l’opportunità di osservare e partecipare a situazioni reali, sviluppando una comprensione più profonda delle dinamiche sociali e personali coinvolte nelle problematiche di dipendenza e riabilitazione. Questa immersione diretta aiuta i ragazzi a mettere in discussione i propri preconcetti, favorendo una crescita personale e una maggiore maturità. In più, lavorare in contesti autentici permette di stimolare la capacità di empathia, elemento fondamentale per un’efficace integrazione sociale e per il rispetto delle regole. Rispetto alle ore trascorse in aula, che spesso si limitano a un approccio teorico, le attività nelle comunità terapeutiche offrono un’esperienza immersiva che resta impressa nella memoria e nel cuore dei giovani, aiutandoli a interiorizzare valori e comportamenti positivi. Questa metodologia formativa, condivisa anche da esperti nel campo dell’educazione, si rivela quindi molto più efficace nel preparare le nuove generazioni alle sfide della vita, rendendole cittadini più responsabili e consapevoli del loro ruolo nella società.
Quali sono le proposte concrete di Gratteri?
Il Procuratore suggerisce di dedicare più tempo a esperienze pratiche e a incontri con realtà sociali complesse, come le comunità terapeutiche, i laboratori di legalità o incontri con testimonianze dirette. È preferibile investire in attività che abbiano un impatto reale sulla formazione dei giovani, piuttosto che su progetti superficiali.
Inoltre, raccomanda di evitare l’uso improprio degli ospiti nelle scuole, come politici o figure pubbliche non preparate, che spesso portano contenuti poco utili e poco aderenti alla realtà dei ragazzi. La qualità delle persone che vengono in aula è fondamentale per un’educazione autentica.
Come può cambiare l’approccio educativo?
Potenzialmente, puntando su esperienze pratiche, dialogo diretto e coinvolgimento reale, le scuole possono recuperare il senso vero dell’istruzione e della formazione civica. Si tratta di abbandonare la logica del “progettificio” per abbracciare un modello di educazione che si fondi su valori condivisi e sulla responsabilità sociale.
Conclusioni di Gratteri
Per il Procuratore, il compito delle scuole è formare coscienze e non riempire pagine di progetti. Solo così si potrà contribuire a costruire cittadini responsabili, capaci di affrontare le sfide sociali e di rispettare le leggi, portando nelle aule un’educazione autentica e significativa.
FAQs
Gratteri sconsiglia ai docenti e dirigenti: evitare le scuole-progettifici, portate i giovani nelle comunità terapeutiche
Gratteri sostiene che un eccesso di progetti marginali riduce il tempo dedicato all'apprendimento reale, compromettere la qualità dell'educazione e l'efficacia nel promuovere valori come la legalità.
Rischia di ridurre le ore di lezione e il contatto diretto tra insegnanti e studenti, diminuendo la qualità dell'apprendimento e l'efficacia culturale dell'educazione.
Permette di confrontare i ragazzi con realtà autentiche, favorendo una crescita personale, la responsabilità e la comprensione delle cause sociali di devianza e disagio.
Offrono un apprendimento pratico, facilitano l'empatia, e contribuiscono a interiorizzare valori e comportamenti positivi molto più efficacemente rispetto alla teoria in aula.
Gratteri propone di dedicare più tempo ad esperienze pratiche e incontri con realtà sociali complesse come comunità terapeutiche, laboratori di legalità e testimonianze dirette.
Attraverso esperienze pratiche, dialogo diretto e coinvolgimento reale con realtà sociali, si può recuperare il senso profondo dell’istruzione e civica, abbandonando i progetti superficiali.
L’obiettivo è formare coscienze autentiche e responsabilizzate, evitando di riempire le scuole di progetti superficiali che sottraggono tempo all’apprendimento reale.
Offrono un setting autentico che aiuta i giovani a capire le dinamiche sociali e personali, sviluppando empatia, responsabilità e valori più radicati.
Favorendo esperienze pratiche, incontri diretti e un coinvolgimento reale con realtà sociali complesse, si recupera il senso autentico dell'educazione.