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Il GLO: un percorso condiviso per l’inclusione scolastica, oltre i pregiudizi di esclusività

Il GLO: un percorso condiviso per l’inclusione scolastica, oltre i pregiudizi di esclusività

Comprendere il ruolo reale del GLO nelle scuole italiane

Il Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione (GLO) rappresenta un pilastro fondamentale del processo di inclusione nella scuola italiana, previsto da normative come il Decreto Legislativo 66/2017 e il Decreto Legislativo 96/2019. Tuttavia, il GLO non è un club privato per docenti di sostegno e coordinatori. La sua principale funzione è promuovere un ambiente scolastico in cui ogni studente trovi accoglienza, dignità e opportunità di crescita.

La fondata misconcezione: il GLO come esclusiva

Perché non bisogna considerarlo un club di élite

Spesso si pensa che il GLO sia un gruppo riservato a pochi privilegiati, ovvero i docenti di sostegno e i coordinatori. Questa visione errata rischia di ridurre il suo ruolo a una funzione burocratica, lontana dall’obiettivo di un’educazione inclusiva e condivisa. Il GLO non deve essere interpretato come un club privato per alcuni, bensì come uno spazio di collaborazione e responsabilità condivisa.

Il vero senso dell’istituzione del GLO

Le normative che regolano il GLO sottolineano come partecipazione e collaborazione siano elementi chiave, rendendo chiaro che l’inclusione scolastica è un impegno di tutta la comunità educante e non di pochi operatori specializzati. La sua funzione principale è favorire una visione integrata e collettiva del percorso di ogni alunno con bisogni educativi speciali (BES) o disabilità.

Il valore della collaborazione e della visione condivisa

Il GLO non si riduce alla stesura di documenti come il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Più importante è costruire una visione condivisa sull’alunno, le sue potenzialità e le strategie educative più efficaci per stimolare la sua crescita. Questa collaborazione coinvolge tutti i docenti e tutte le discipline, superando l’idea che il supporto sia esclusivamente un’attività di specializzazione isolata.

Insieme per un’inclusione integrata

Il ruolo di tutti nella crescita dell’alunno

L’inclusione si realizza quando tutta la comunità scolastica si impegna attivamente a garantire il benessere e la partecipazione di ogni studente. Ad esempio, un alunno che incontra difficoltà non è solo un problema del docente di sostegno, ma una responsabilità condivisa tra tutti gli insegnanti, il personale e gli altri studenti.

Il docente di sostegno come facilitatore

Il docente di sostegno non detiene un ruolo di proprietà esclusiva sull’alunno, bensì agisce come facilitatore di processi inclusivi. La collaborazione quotidiana tra discipline e attivitàà permette di creare strategie che coinvolgono tutta la classe, promuovendo un ambiente veramente inclusivo anziché separato.

Partecipazione attiva: un esempio di impegno professionale e umano

Essere parte del GLO significa assumersi la responsabilità di prendersi cura e di essere attivamente coinvolti nel processo di inclusione. Un atto di partecipazione che si basa su impegno professionale e solidarietà umana, contribuendo a un clima scolastico più umano e responsabile.

Il valore del consiglio di classe nell’inclusione

Una pluralità di sguardi per un’immagine completa

Il consiglio di classe rappresenta un elemento imprescindibile, perché permette diversi docenti di conoscere aspetti differenti dell’alunno. La condivisione di prospettive e competenze favorisce strategie più efficaci, rafforza l’autorità educativa e favorisce un’immagine complessiva dello studente.

Un vantaggio per l’intera classe

Le pratiche inclusive, come la chiarezza, la gradualità, la motivazione e la cooperazione, non sono favori per alcuni, ma rappresentano buone pratiche di didattica utili a tutta la classe. La scuola di domani si fonda su relazioni autentiche, collaborazione e responsabilità condivisa.

Superare i pregiudizi: il GLO come opportunità di crescita

Partecipare ai GLO permette agli insegnanti di confrontarsi, condividere esperienze, sperimentare nuove metodologie educative e sviluppare un senso di comunità. Non si tratta di un obbligo burocratico, bensì di uno spazio di alleanza educativa e di crescita professionale. Tra gli strumenti più preziosi, ci sono anche la leggerezza, l’umorismo e l’autoironia, che favoriscono un ambiente positivo e umanizzante.

Il GLO come spazio di condivisione e di alleanza

Dal modello frammentato a una comunità educante

Il GLO rappresenta il passo verso una scuola più coesa, in cui ogni educatore si sente parte di una vera comunità, capace di ascoltare, confrontarsi e sostenersi a vicenda. Non è una formalità o un obbligo, ma un momento di partnership tra educatori per un progresso condiviso.

Il rispetto e il valore di ogni persona

Il principio fondamentale che anima l’azione del GLO e di tutta la scuola è il rispetto e il valore intrinseco di ogni persona. La scuola del futuro si basa sulla convinzione che ogni individuo meriti dignità, attenzione e opportunità di crescita, indipendentemente dalle sue caratteristiche.

Il GLO è un club privato per docenti di sostegno e coordinatori? +

Assolutamente no. Il GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione) non deve essere percepito come un club esclusivo riservato solo a docenti di sostegno e coordinatori, ma come uno spazio collettivo di collaborazione aperto a tutta la comunità scolastica, per promuovere un percorso condiviso di inclusione scolastica.


Perché non bisogna considerare il GLO come un gruppo elitario? +

Perché il GLO ha come scopo principale favorire la collaborazione tra tutti gli insegnanti e gli operatori scolastici, promuovendo un'educazione inclusiva che coinvolge l'intera comunità. Ridurlo a una cerchia ristretta di pochi rischia di minare questa visione di responsabilità condivisa.


Il GLO è solo un insieme di documenti come il PEI? +

Assolutamente no. Sebbene la stesura del Piano Educativo Individualizzato (PEI) rappresenti un aspetto importante, il vero valore del GLO risiede nella costruzione di una visione condivisa sull'alunno, le sue potenzialità e le strategie educative più efficaci, coinvolgendo l'intera squadra docente e non solo nella documentazione.


Il GLO esclusivamente un luogo di burocrazia? +

No. Il GLO mira a favorire una collaborazione attiva tra tutti gli attori scolastici, promuovendo metodologie inclusive, condivisione di pratiche e una cultura della responsabilità condivisa, superando così la dimensione puramente burocratica.


Il GLO è riservato a pochi e non coinvolge tutta la scuola? +

No. La partecipazione al GLO è aperta a tutto il corpo docente e alle figure educative della scuola, perché l'inclusione si realizza attraverso l'impegno di tutta la comunità scolastica, non di un ristretto gruppo.


Il GLO limita la partecipazione solo agli esperti di sostegno? +

Assolutamente no. La partecipazione del GLO coinvolge tutti i docenti e il personale educativo, perché l'inclusione richiede l'apporto di competenze diversificate e un approccio integrato, non solo l'intervento di specialisti.


Qual è il vero obiettivo del GLO nella scuola? +

L'obiettivo principale del GLO è creare un ambiente scolastico inclusivo, dove ogni studente, indipendentemente dalle sue caratteristiche, possa essere accolto, valorizzato e sostenuto attraverso una collaborazione attiva e condivisa tra tutti gli attori della scuola.


Perché il GLO non deve essere visto come un gruppo elitario? +

Perché la vera forza del GLO risiede nella sua natura di spazio aperto e partecipativo, in cui tutti gli insegnanti e il personale scolastico condividono responsabilità e strategie, rafforzando il senso di comunità e di partecipazione collettiva all'inclusione.


Come si percepisce il GLO in realtà? +

Nel reale contesto scolastico, il GLO dovrebbe essere riconosciuto come uno spazio di confronto, collaborazione e crescita condivisa, dove tutti i docenti si sentano parte di un movimento collettivo per l'inclusione, superando l'immagine di un gruppo ristretto o burocratico.

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