Le affermazioni di don Vittorio Serafini sull’inserimento di Halloween nei programmi scolastici
Don Vittorio Serafini, guida dell’Ufficio per l’insegnamento della Religione Cattolica dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, ha sollevato una questione importante riguardo alla diffusione di Halloween nel contesto educativo. Intervenendo sul quotidiano Il Resto del Carlino, ha analizzato come questa festività sia ormai parte integrante del calendario scolastico, spesso con un approccio ambivalente rispetto alle celebrazioni religiose tradizionali.
Nel rapido progresso di Halloween tra le attività scolastiche
Secondo don Serafini, il fenomeno si caratterizza per una crescente anticipazione delle celebrazioni, spesso condizionata dalle logiche commerciali:
- Anticipazione programmata: Halloween viene inserito nel calendario scolastico prima di giorni specifici, talvolta anche un mese prima.
- Influenza del commercio: La spinta al consumo di costumi, decorazioni e gadget ha determinato una diffusione rapida e spesso senza un’adeguata riflessione culturale o religiosa.
Con questa strategia, Halloween si avvicina ormai ad altre ricorrenze costume-based come il Carnevale, con un proliferare di maschere, feste e spese connesse.
Simboli e significati controversi di Halloween
Don Serafini evidenzia che il problema principale non risiede semplicemente nel divertimento o nei travestimenti, ma nei simboli che accompagnano questa festa:
- Simboli del macabro e dell’occultismo: scheletri, forze oscure, magia nera.
- Messaggi di paura e morte: che, sebbene sembrare giochi innocenti, possono influenzare le giovani menti in modo negativo.
Il sacerdote sottolinea come questi simboli possano portare a disorientare le coscienze dei ragazzi, facilitando rischi di perdita di valori e lucidità.
Il rischio di confondere il divertimento con il messaggio di paura
Da un lato, Halloween viene visto come un momento di svago, dall’altro, può rappresentare un veicolo di messaggi ambigui e potenzialmente dannosi, specialmente per i bambini e gli adolescenti.
La differenza di trattamento tra Halloween e il Natale
Un punto critico sollevato da don Serafini riguarda l’atteggiamento opposto verso le celebrazioni religiose e quelle culturali:
- Halloween: spesso accettato e promosso nelle scuole, con programmi e festa dedicate.
- Natale: invece, si riscontrano difficoltà e restrizioni, come il ritiro delle statuette di Gesù dal presepe o l’evitamento di riferimenti religiosi.
Questa contraddizione evidenzia una certa incoerenza nelle politiche educative e comunitarie, che può indebolire il valore e il senso delle tradizioni religiose più profonde.
Implicazioni di questa disparità per la cultura e l’identità religiosa
Don Serafini insiste sull’importanza di mantenere coerente il rispetto e la valorizzazione dei simboli religiosi, poiché rappresentano non solo credenze spirituali ma un patrimonio culturale e identitario di tutta la comunità religiosa.
Il prete sottolinea che Halloween, grazie alla sua diffusione e all'accettazione sociale, viene facilmente introdotto nei programmi scolastici e celebrato come evento culturale, mentre il presepe, simbolo della tradizione religiosa, spesso viene oscurato o sottovalutato, generando problemi di riconoscimento e valorizzazione del patrimonio spirituale.
Sicuramente, la crescente influenza del commercio e la natura più ludica e non religiosa di Halloween favoriscono la sua accettazione, mentre il presepe, simbolo di radicamento nel culto e nella tradizione cristiana, affronta spesso resistenze culturali e ideologiche che ne limitano la presenza nelle scuole.
La rappresentazione di simboli macabri e oscuri può influenzare negativamente le giovani menti, favorendo la paura, la confusione tra gioco e realtà e potenzialmente disorientando i valori spirituali e morali, come evidenziato dal prete nel suo intervento.
Un eccessivo riconoscimento di Halloween può portare a una desacralizzazione delle tradizioni religiose, favorendo un'interpretazione superficiale del simbolismo e indebolendo i valori culturali e morali che dovrebbero essere trasmessi alle nuove generazioni.
Don Serafini evidenzia una contraddizione: Halloween viene promosso e accettato senza troppi limiti, mentre il Natale, con le sue radici religiose e culturali profonde, spesso viene ridimensionato o depotenziato nelle celebrazioni scolastiche, creando incoerenze nelle politiche educative.
Il commercio svolge un ruolo fondamentale, promuovendo costumi, decorazioni e gadget, spesso senza un approfondimento culturale o religioso, contribuendo così a un’adozione superficiale e rapida di Halloween nel contesto scolastico.
L’assenza di simboli religiosi durante le celebrazioni natalizie può contribuire a una perdita di identità culturale e spirituale, indebolendo il senso di appartenenza alle tradizioni cristiane e compromettendo la trasmissione dei valori religiosi alle future generazioni.
Il sacerdote ritiene fondamentale preservare i simboli religiosi perché rappresentano non solo le credenze spirituali, ma anche un patrimonio culturale e identitario, essenziale per mantenere vivo il senso autentico delle tradizioni cristiane all’interno della società.
Il messaggio principale è che si deve mantenere una coerenza tra il rispetto delle tradizioni religiose, simbolicamente rappresentate dal presepe, e l’accettazione di festività culturali come Halloween, evitando di privilegiare l’una a discapito dell’altra per preservare l’identità sociale e spirituale.
Le scuole possono favorire un equilibrio valorizzando le tradizioni religiose in modo rispettoso e integrato con le manifestazioni culturali, educando gli studenti alla comprensione dei diversi significati di ogni celebrazione e promuovendo un dialogo inclusivo e consapevole.