Situazione attuale dell'inclusione nelle scuole italiane
In un contesto italiano caratterizzato da una crescente crisi nel supporto alla presenza di studenti con bisogni educativi speciali, Dario Ianes, esperto in pedagogia dell'inclusione all’Università di Bolzano, evidenzia come la realtà del sistema scolastico si trovi di fronte a sfide significative. Contrariamente a una diffusione di associazioni o movimenti dediti esclusivamente all'inclusione, si assiste a un aumento di tensioni e criticità che richiedono interventi concreti e più strutturali.
Determinanti e criticità del sostegno scolastico
Secondo Ianes, la crisi del sostegno scolastico si manifesta come un problema endemico, aggravato dalle condizioni politiche a livello nazionale e europeo. Se da un lato si registra un incremento del numero di docenti di sostegno, dall’altro si corre il rischio che questi siano impiegati come “valvole di sicurezza” per risolvere problematiche più profonde e sistemiche, senza intervenire sulle origini delle criticità.
Delegare invece di condividere responsabilità
Una delle principali preoccupazioni di Ianes riguarda la crescente tendenza alla delega delle responsabilità educative a personale specializzato, spesso trascinata dallo stress e dalle difficoltà quotidiane delle scuole. Egli sottolinea che l'inclusione scolastica dovrebbe essere un impegno condiviso tra tutti gli attori del sistema, e non affidato esclusivamente a figure di sostegno o a singoli docenti.
Implicazioni sulla formazione e sulla dotazione normativa
Recenti discussioni parlamentari hanno portato a proposte di modifica dei ruoli: si parla di rinominare “insegnante di sostegno” in “insegnante dell’inclusione”. Ianes critica questa scelta, ritenendo che possa generare una visione riduttiva e sbagliata dell’obiettivo, che deve essere condiviso e non limitato a una figura specifica.
Perdita di qualità nella formazione
Un’altra questione affrontata dall’esperto riguarda la recente proroga di un anno dei corsi di specializzazione per i docenti di inclusione, prevista dal decreto in legislatura. Ianes avverte come questa misura possa compromettere la qualità della preparazione professionale, che invece dovrebbe essere continuamente migliorata per rispondere alle necessità attuali del sistema scolastico.
Domande frequenti su Inclusione e docenti di sostegno secondo Ianes
Ianes evidenzia che, nonostante un aumento dei docenti di sostegno, il sistema scolastico italiano affronta molte criticità, come tensioni crescenti e interventi poco strutturali, dovuti a una crisi nel supporto e nella formazione, con problemi politici di ampio respiro.
La crisi si manifesta come un problema endemico, aggravato da condizioni politiche nazionali ed europee, con docenti di sostegno spesso utilizzati come "valvole di sicurezza" per problemi sistemici, senza intervenire sulle cause profonde.
Perché la crescente attenzione allo stress e alle difficoltà quotidiane ha portato molte scuole a delegare le responsabilità a personale specializzato, invece di condividere attivamente l'impegno tra tutti gli attori coinvolti.
Ianes critica la proposta di rinominare l'"insegnante di sostegno" in "insegnante dell'inclusione", ritenendo che ciò possa ridurre l'obiettivo ad una funzione limitata, invece di promuovere un ruolo condiviso e più ampio.
Secondo Ianes, la proroga potrebbe compromettere la qualità della formazione professionale, che invece dovrebbe essere continuamente migliorata per rispondere efficacemente alle esigenze del sistema scolastico.
Perché una formazione adeguata permette ai docenti di sostenere efficacemente studenti con bisogni educativi speciali, contribuendo a creare un ambiente scolastico più inclusivo e di qualità.
La formazione rappresenta un elemento chiave per migliorare le competenze dei docenti di sostegno, affinché possano affrontare le sfide quotidiane con preparazione e consapevolezza, riducendo le criticità attuali.
Le politiche spesso continuano a promuovere interventi frammentari e poco coordinati, favorendo pratiche di delega e riducendo le opportunità di formazione e responsabilizzazione condivisa, con ripercussioni sulla qualità dell'inclusione.
Potremmo migliorare la formazione attraverso programmi più approfonditi, aggiornamenti continui, tirocini pratici e uno sviluppo professionale condiviso, affinché i docenti siano preparati ad affrontare le sfide dell'inclusione con competenza e responsabilità.