Le differenze territoriali nelle diagnosi di DSA e le conseguenze sul percorso scolastico
I dati recenti forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito mettono in luce una situazione di forti disparità regionali nelle diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Nel biennio più recente, le certificazioni di DSA nelle scuole italiane sono altamente concentrate al Nord e scarse al Sud, dove si registra solo il 2,8% delle diagnosi, rispetto all’8% del Nord-ovest.
Questa situazione si riflette anche nelle regioni centrali e nord-orientali, con percentuali rispettivamente del 6,1% e del 6,7%. A quindici anni dall’introduzione della Legge 170/2010, che tutela i diritti degli studenti con DSA, il divario tra le varie aree del paese resta marcato e preoccupante.
Una distribuzione delle diagnosi che evidenzia il problema
Le diagnosi sono prevalentemente concentrate nelle scuole secondarie, con numeri che evidenziano un ritardo diagnostico significativo:
- Scuole primarie: 49.418 diagnosi
- Scuole secondarie di primo grado: 112.210 diagnosi
- Scuole secondarie di secondo grado: 192.941 diagnosi
Questi dati del 2022/2023 dimostrano come la mancanza di diagnosi tempestive possa portare molti studenti a proseguire il percorso scolastico senza adeguati strumenti di supporto, rischiando di comprometterne il percorso di crescita e apprendimento.
Le cause principali delle disuguaglianze nelle diagnosi di DSA
Secondo l’Associazione Italiana Dislessia (AID), le differenze regionali derivano dalla capacità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di garantire una presa in carico uniforme su tutto il territorio. In molte aree del Sud, infatti, le linee guida regionali e gli investimenti nello screening e nelle reti di servizi sono insufficienti o poco efficaci.
Quando mancano strutture pubbliche o convenzionate che facilitino diagnosi e interventi, si alimentano le disuguaglianze, lasciando molti studenti senza la possibilità di ottenere supporto tempestivo e adeguato, con conseguenze che possono durare nel tempo.
L’importanza di un approccio integrato e di interventi mirati
Silvia Lanzafame, presidente di AID, sottolinea:
“Se non sviluppiamo una cultura condivisa contro i pregiudizi sui disturbi dell’apprendimento, i risultati saranno insufficienti. Il rischio di lasciare indietro molti bambini, vivendo tra frustrazione e insicurezza, è molto alto.”
Questo evidenzia la necessità di interventi mirati e di un’efficace applicazione della Legge 170/2010, per garantire a tutti un percorso scolastico più equo e supportato.
Il ruolo delle iniziative nazionali e della sensibilizzazione
Il XIX Congresso Nazionale AID, in programma sabato 4 ottobre, rappresenta un momento chiave di confronto tra esperti, insegnanti e famiglie. Il tema centrale sarà “Vivere la dislessia, tra opportunità e ostacoli”, e vedrà la partecipazione di testimonial di rilievo come Giampaolo Morelli, Gloria Bellicchi e Anna Allegretti.
In questa occasione sarà presentata anche la campagna nazionale “Dislessia. Solo un altro modo di vedere il mondo”, volta a promuovere una percezione diversa dei DSA, senza stereotipi e pregiudizi.
Inoltre, dal 6 al 12 ottobre si svolgerà la Settimana Nazionale della Dislessia, con eventi di sensibilizzazione in molte città italiane, tra cui Roma, Lecce, Genova e Caltanissetta. L’obiettivo è approfondire le tematiche delle diagnosi precoci e degli strumenti necessari per un supporto efficace a tutti gli studenti.
L’Italia dei DSA a due velocità: perché al Sud le diagnosi restano ferme al 2,8% contro l’8% del Nord e cosa rischiano migliaia di studenti in attesa di una presa in carico tempestiva
Le diagnosi di DSA nel Sud sono molto più basse a causa di una combinazione di fattori, tra cui investimenti insufficienti nel settore sanitario e scolastico, carenza di strutture dedicate e di professionisti qualificati. Inoltre, la mancanza di una rete di screening efficace e di una formazione diffusa tra insegnanti e operatori contribuisce a uno scarso riconoscimento tempestivo dei bisogni.
Gli studenti in attesa di diagnosi si trovano a vivere un percorso scolastico senza supporti adeguati, rischiando di sviluppare insicurezze, frustrazioni e di perdere motivazione. La mancanza di interventi tempestivi può compromettere il loro rendimento e il successo scolastico a lungo termine.
La disparità territoriale crea un accesso diseguale ai servizi di diagnosi e supporto. Gli studenti delle regioni più svantaggiate, prevalentemente al Sud, sono spesso esclusi da interventi tempestivi, limitando le loro possibilità di successo e di integrazione scolastica, con ripercussioni anche sul loro benessere emotivo.
È fondamentale investire in equipaggiamenti, formazione di professionisti e servizi di screening anche nelle regioni meridionali. La creazione di reti di collaborazione tra scuole, enti sanitari e associazioni può favorire diagnosi tempestive e interventi più equi su tutto il territorio nazionale.
Le istituzioni devono adottare politiche di investimento mirate, promuovere la formazione dei docenti e assicurare risorse per strutture sanitarie e scolastiche. La standardizzazione delle procedure di diagnosi e il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale sono cruciali per colmare il gap territoriale.
Attraverso la formazione degli insegnanti, l’adozione di strumenti di screening e la promozione di un ambiente inclusivo, le scuole possono individuare i segnali precoci di DSA e orientare tempestivamente verso diagnosi e interventi specialized.
Una diagnosi tardiva può portare a insuccesso scolastico, sviluppo di bassa autostima, disagio psicologico e problemi di inserimento sociale. Inoltre, senza interventi appropriati, le difficoltà possono aggravarsi nel tempo, limitando le prospettive di futuro degli studenti.
Promuovendo campagne di sensibilizzazione, educando l’opinione pubblica e favorendo una cultura inclusiva, la società può aiutare a eliminare stereotipi e pregiudizi, facilitando un approccio più empatico e solidale verso gli studenti con DSA.
L’obiettivo è aumentare la consapevolezza sulla realtà dei DSA, migliorare le strategie di diagnosi precoce e promuovere interventi più efficaci e inclusivi, garantendo un percorso scolastico più equo per tutti gli studenti.