Statistiche e dinamiche dell'indigenza nel 2024
Secondo i dati ufficiali dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) relativi al 2024, circa 2,2 milioni di famiglie italiane si trovano in condizione di povertà assoluta, coinvolgendo circa 5,7 milioni di individui. Questa cifra rappresenta l'8,4% della popolazione totale. La povertà assoluta si definisce come l'impossibilità di sostenere le spese essenziali per bisogni fondamentali come alimentazione, abitazione, assistenza sanitaria, trasporti e istruzione.
Chi sono le persone più vulnerabili e le aree più colpite
Le famiglie più colpite sono solitamente composte da operai, con più componenti o con basso livello di istruzione. Un dato di notevole rilevanza è che circa un terzo di coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta sono cittadini stranieri, evidenziando una forte presenza di stranieri tra i poveri italiani.
Il panorama dei minori in condizione di povertà
- 1,28 milioni di minori italiani vivono in povertà assoluta; rappresentano il 13,8% di tutti i minori nel Paese.
- Rispetto a cinque anni fa, si è registrato un aumento di 1,1 milioni di minori.
- Le associazioni umanitarie definiscono questa realtà come indegno di un Paese civile.
Povertà tra le famiglie con minori e le disparità regionali
Le famiglie con almeno un minore in povertà sono circa 734 mila, ovvero il 12,3% del totale. La percentuale di povertà in queste famiglie raggiunge il 21%, rispetto al 18,4% del totale nazionale. In particolare:
- Nel Mezzogiorno si raggiunge il 16,4%.
- Nel Centro Italia si registra il 12,1%.
- I bambini tra i 7 e i 13 anni sono il 14,9% a vivere in condizioni di povertà assoluta.
L'influenza dell'istruzione sulla condizione di povertà
Un ruolo decisivo nella probabilità di vivere in povertà assoluta è rappresentato dal livello di istruzione del capofamiglia:
- Capofamiglia con almeno il diploma di scuola superiore: tasso di povertà del 4,2%
- Con una licenza di scuola media: 12,8%
- Con una licenza elementare: 14,4%
Disparità regionali e rischi di impoverimento
Le percentuali di povertà assoluta variano in modo sostanziale tra le regioni:
- Mezzogiorno: 10,5%
- Nord-Ovest: 8,1%
- Nord-Est: 7,6%
- Centro Italia: 6,5%
In termini assoluti, però, il 44,5% delle famiglie povere si concentra al Nord, il 39,8% al Sud e il 15,7% nel Centro Italia.
Conclusioni e considerazioni finali
Il quadro descritto mette in evidenza una realtà grave e diffusa, che vede coinvolti milioni di italiani e stranieri, con una presenza significativa di cittadini stranieri tra i poveri assoluti. La percentuale elevata di minori in condizione di indigenza, specialmente nel Sud, e le differenze in base all’istruzione rafforzano la complessità del fenomeno. La lotta alla povertà richiede interventi mirati e politiche efficaci che affrontino le disuguaglianze regionali e sociali.
*Questa analisi si basa sui dati ufficiali dell'ISTAT relativi al 2024.*
Domande frequenti sulla povertà assoluta in Italia nel 2024
Secondo i dati ufficiali dell'ISTAT del 2024, circa 5,7 milioni di italiani e stranieri vivono in condizioni di povertà assoluta, rappresentando l'8,4% della popolazione totale.
Poiché circa un terzo di coloro che si trovano in povertà assoluta sono cittadini stranieri, ciò evidenzia come le vulnerabilità sociali colpiscano anche la fascia migratoria, soprattutto rispetto alle difficoltà di integrazione e alle disparità economiche regionali.
Le famiglie più esposte alla povertà sono spesso composte da operai, con più componenti o con bassi livelli di istruzione, e comprendono spesso cittadini stranieri che incontrano maggiori difficoltà di accesso alle risorse.
In Italia, circa 1,28 milioni di minori vivono in povertà assoluta, rappresentando il 13,8% di tutti i minori, con un aumento di 1,1 milioni rispetto a cinque anni fa.
Le regioni del Sud risultano più colpite, con una percentuale di povertà tra famiglie con minori del 21%, mentre al Centro Italia si registra una percentuale più contenuta del 12,1%. La concentrazione di famiglie povere è maggiore al Nord, con il 44,5% del totale.
Il livello di istruzione del capofamiglia è un fattore fondamentale: chi possiede almeno il diploma di scuola superiore ha un rischio di povertà del 4,2%, mentre chi ha una licenza elementare raggiunge il 14,4%, dimostrando come l'istruzione possa essere un elemento di protezione.
La povertà è più diffusa nel Mezzogiorno, con il 10,5% delle famiglie povere, rispetto al Nord-Ovest (8,1%), Nord-Est (7,6%) e Centro Italia (6,5%). Tuttavia, in termini assoluti, il Nord detiene la maggior parte delle famiglie in condizione di povertà, con il 44,5% del totale.
Le principali sfide sono rappresentate dalla riduzione delle disuguaglianze sociali, l'implementazione di politiche di sostegno alle famiglie vulnerabili, e interventi mirati nelle aree più povere, soprattutto nel Sud e tra le comunità straniere.
La povertà estrema influisce negativamente sullo sviluppo psicofisico dei minori, limitando l'accesso all'istruzione e ai servizi sanitari, e mettendo a rischio il loro futuro, evidenziando l'importanza di interventi tempestivi e mirati.
Le politiche sociali efficaci devono prevedere supporti economici alle famiglie vulnerabili, programmi di integrazione per gli stranieri e iniziative di educazione e formazione, per creare opportunità di autonomia e inclusione sociale.