Introduzione al Piano nazionale 2025–2027 e alla sua importanza
Nel corso della Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza tenutasi a Roma il 2 e 3 ottobre 2025, è stato presentato un piano strategico volto a combattere e prevenire l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori. Questo Piano nazionale 2025/27, approvato dall’Osservatorio per il contrasto della pedofilia, si propone di rafforzare la tutela dei più giovani attraverso azioni concertate tra istituzioni, forze dell’ordine, realtà civiche ed educative, con un focus sulla prevenzione efficace e condivisa.
L’obiettivo principale è costruire un sistema integrato e coordinato per identificare e contrastare prontamente ogni forma di abuso, promuovendo una responsabilità collettiva tra famiglie, scuole, comunità e istituzioni.
Focus sulla prevenzione e sul ruolo sociale della scuola
Sensibilizzazione e formazione delle famiglie e degli educatori
Tra gli interventi prioritari rientra la sensibilizzazione delle famiglie riguardo i rischi online e offline, affinché possano riconoscere tempestivamente segnali di allarme di abusi sui minori. La comunicazione si svilupperà tramite campagne informative, reti di sostegno territoriali e strumenti digitali come il numero di emergenza 114 e i controlli parentali. È essenziale creare una rete di supporto che coinvolga genitori, tutori e caregiver, fornendo indicazioni pratiche per la protezione dei più giovani.
Innovazione: patti educativi digitali territoriali
Il Piano introduce i patti educativi digitali, accordi condivisi tra scuola, famiglia e altri soggetti che regolano l’uso di smartphone, social network e contenuti online. Questi patti rappresentano uno strumento fondamentale per promuovere un uso consapevole e responsabile delle tecnologie digitali, evitando rischi di adescamento, condivisione impropria di immagini e cyberbullismo. Le scuole, in collaborazione con centri per la famiglia e altri attori, potranno integrare tali accordi nei PTOF (Piani Triennali dell’Offerta formativa).
Il ruolo strategico della scuola nella prevenzione
Le istituzioni scolastiche sono figure chiave nel Piano nazionale 2025/27. La loro partecipazione attiva si traduce in:
- Attività formative e curriculari sui temi della prevenzione della violenza e dell’uso sicuro della rete
- Organizzazione di incontri e momenti di confronto con le famiglie
- Collaborazione con le forze dell’ordine e i servizi sociali per la segnalazione e l’identificazione precoce di situazioni di rischio
- Monitoraggio e valutazione dell’efficacia degli interventi di prevenzione
Inoltre, le scuole avranno il compito di raccogliere dati e sviluppare progetti dedicati alla tutela dei minori, diventando nodi attivi di una rete di protezione territoriale.
Le 11 azioni principali per la prevenzione dell’abuso sessuale sui minori
- Sensibilizzare e formare le famiglie e gli adulti di riferimento
- Potenziare le iniziative educative e ricreative anticrimine
- Implementare i patti educativi digitali territoriali
- Rafforzare la raccolta e l’analisi dei dati di rischio
- Realizzare interventi di sostegno per le famiglie vulnerabili
- Formare tutti i professionisti coinvolti, dalle scuole ai servizi sanitari
- Creare reti di coordinamento tra enti locali e istituzioni
- Lanciare campagne di comunicazione rivolte a tutta la comunità
- Intervenire con strumenti digitali e competenze specifiche
- Incrementare i servizi di ascolto, supporto e tutela
- Sostenere la cooperazione internazionale e le politiche UE di prevenzione
In conclusione, il Piano 2025/27 pone le basi per una cultura della prevenzione e della protezione dei minori, attribuendo un ruolo centrale alle scuole e alle comunità educative come nodi fondamentali del cambiamento e della tutela collettiva.
Domande frequenti sulla prevenzione dell’abuso sessuale sui minori e il ruolo della scuola nel Piano Nazionale 2025/27
L’obiettivo principale è creare un sistema integrato e coordinato che identifichi, prevenga e combatta ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale dei minori, coinvolgendo istituzioni, scuole, famiglie e comunità.
Le scuole svolgono un ruolo strategico attraverso attività formative e curriculari sulla prevenzione, incontri con le famiglie, collaborazione con le forze dell’ordine e il monitoraggio delle azioni di tutela, diventando punti di riferimento nella rete di protezione.
I patti educativi digitali rappresentano accordi tra scuola, famiglia e altri attori per regolare l’uso di dispositivi e contenuti online, promuovendo un uso responsabile delle tecnologie e riducendo i rischi di adescamento e cyberbullismo.
Le scuole possono organizzare corsi, incontri e laboratori sulla prevenzione della violenza, sull’uso sicuro della rete e sulla tutela dei diritti dei minori, coinvolgendo esperti e stakeholder specializzati.
La collaborazione avviene attraverso attività di formazione, la creazione di reti di comunicazione e di segnalazione precoce di situazioni di rischio, facilitando interventi tempestivi ed efficaci.
Le principali azioni includono sensibilizzazione delle famiglie, formazione degli adulti, implementazione dei patti digitali, raccolta dati, campagne di comunicazione e promozione di reti di collaborazione tra enti.
Le tecnologie digitali vengono impiegate tramite strumenti come i controlli parentali, campagne di sensibilizzazione online e formazione sulle politiche di sicurezza digitale, aiutando a prevenire adescamenti e cyberbullismo.
Le famiglie devono essere sensibilizzate sui rischi, informate sui segnali di allarme e supportate nel creare un ambiente protettivo, collaborando con le scuole e le istituzioni locali.
Attraverso il monitoraggio delle attività, l’analisi dei dati raccolti, i feedback delle comunità scolastiche e la valutazione dei risultati ottenuti nel ridurre i rischi di abuso.
La cooperazione internazionale permette di condividere buone pratiche, sviluppare strumenti comuni e coordinare azioni di prevenzione oltre i confini, rafforzando l’efficacia degli interventi globali.