Situazione attuale e importanza della trattativa per il rinnovo contrattuale
Dal 22 al 24 ottobre si è svolta l’edizione trentina di Fiera Didacta a Riva del Garda, un evento di rilievo per i professionisti del settore educativo e formativo. In questa occasione, Ivana Barbacci, Segretaria Generale della CISL Scuola, ha evidenziato l’urgenza e la rilevanza delle trattative in corso per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024.
Il contratto, scaduto ormai da dieci mesi, prevede una convocazione decisiva presso l’ARAN (Agenzia per le Rappresentanze Negoziali nelle Pubbliche Amministrazioni) prevista per il 31 ottobre. L’obiettivo primario è definire le condizioni economiche e normative che riguardano circa 3,2 milioni di lavoratori pubblici, tra cui docenti, personale ATA, ricercatori e altri comparti del pubblico impiego.
Focalizzazione sulla priorità economica e risorse disponibili
Seppur una parte delle risorse siano state già erogate, tramite l’indennità di vacanza contrattuale, circa il 50% o meno della componente economica ancora aspetta di essere negoziata. La proposta avanzata dalla CISL Scuola mira a un emissione straordinaria e urgente di aumenti salariali che si vorrebbero vedere nelle buste paga di dicembre.
Per il triennio 2022-2024, lo stanziamento complessivo ipotizzato è di circa 240 milioni di euro, finanziati tramite risparmi di sistema, con un previsto incremento del 6% sui salari.
Situazione finanziaria e richieste per il conguaglio economico
Barbacci ha sottolineato che le recenti previsioni della Legge di Bilancio ancora in discussione non prevedono sufficienti investimenti, né un incremento di 240 milioni di euro come una tantum. La priorità rimane quella di chiudere la parte economica al più presto, garantendo l’erogazione immediata degli aumenti salariali, mentre si intende continuare le trattative sulla parte normativa nei primi mesi del nuovo anno.
Le priorità normative della CISL Scuola
- Completamento dell’aggiornamento dei profili professionali ATA: si tratta di un processo iniziato nel CCNL 2019-2021, volto all’introduzione di nuove figure professionali, come operatori e funzionari.
- Valorizzazione della professionalità docente: attualmente percepita come “piatta”, questa riguarda l’aumento del riconoscimento delle varie capacità e ruoli dei docenti.
- Creazione di figure intermedie: tra docenti e dirigenti, sfruttando le risorse del DL 36/2022, destinato a sostenere le figure di “docente incentivato”. La CISL ritiene che tali risorse siano più utili per supportare l’offerta formativa con figure di supporto, piuttosto che per incentivi ai docenti.
Appello di Barbacci agli altri sindacati
Per la validità del rinnovo contrattuale, è richiesta la firma di almeno il 50% più uno dei sindacati rappresentativi. Barbacci ha lanciato un appello agli altri sindacati perché si assumano una responsabilità condivisa, consolidando un’unità di intenti con l’obiettivo prioritario di garantire aumenti salariali.
Invita a mettere da parte le divisioni e a focalizzarsi sull’obiettivo comune di migliorare le retribuzioni del personale scolastico, con uno sforzo congiunto che unisca le risorse già identificate per il triennio 2022-2024 e quelle future del 2025-2027.
Conclusione: priorità e chiamata all’azione
Il Segretario della CISL ribadisce l’importanza di evitare demagogie e di puntare sull’obiettivo urgente di soldi in busta paga a dicembre. Solo con una strategia condivisa e responsabilità si potrà assicurare un miglioramento reale delle condizioni salariali del personale scolastico, riconoscendo le esigenze di un settore fondamentale per il Paese.
Domande frequenti sul rinnovo del contratto scolastico e l’appello di Barbacci (Cisl)
L’obiettivo principale è ottenere aumenti salariali che siano visibili nelle buste paga di dicembre, assicurando un incremento economico immediato e significativo per il personale scolastico, attraverso una negoziazione urgente con l’ARAN.
L’urgenza deriva dal fatto che il contratto, scaduto da dieci mesi, richiede una definizione rapida delle condizioni economiche e normative per garantire un miglioramento delle retribuzioni e rispettare le aspettative del personale scolastico entro dicembre.
Si prevede di erogare un’emissione straordinaria e urgente di aumenti salariali, utilizzando circa 240 milioni di euro derivanti da risparmi di sistema, con l’obiettivo di incrementare i salari di almeno il 6% nel triennio 2022-2024.
La Legge di Bilancio attualmente in discussione non prevede sufficienti investimenti né un incremento di 240 milioni di euro come importo una tantum, rafforzando la necessità di negoziare rapidamente per garantire gli aumenti salariali richiesti.
Le priorità normative comprendono il completamento dell’aggiornamento dei profili ATA, la valorizzazione della professionalità docente e la creazione di figure intermedie tra docenti e dirigenti, con l’obiettivo di migliorare le condizioni e il riconoscimento del personale scolastico.
Barbacci invita gli altri sindacati a condividere la responsabilità nel raggiungimento di un rinnovo contrattuale unitario, firmando almeno il 50% più uno delle organizzazioni rappresentative, per rafforzare l’efficacia delle trattative e garantire aumenti salariali concreti.
L’obiettivo è creare un fronte unito, concentrandosi sull’importante risultato di ottenere miglioramenti salariali, mettendo da parte le divisioni e favorendo una strategia condivisa per il bene del personale scolastico.
L’obiettivo di vedere soldi in busta paga a dicembre funge da leva per accelerare le trattative, rendendo urgente definire immediatamente le risorse e finalizzare gli aumenti salariali, così da rispondere alle aspettative del personale scolastico.
Le risorse future sono considerate fondamentali per consolidare i miglioramenti salariali nel lungo periodo, ma al momento l’attenzione principale resta sull’erogazione immediata degli aumenti di dicembre, con un impegno a discuterne in seguito durante le negoziazioni future.
Se non si raggiunge un accordo unitario, rischiamo di compromettere la concretezza degli aumenti salariali e di indebolire la posizione negoziale, creando ulteriori divisioni all’interno dei sindacati e ritardando l’erogazione delle risorse.