Contesto del caso e analisi della sentenza
Recentemente, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha pronunciato una sentenza importante riguardo al ricorso dei genitori di una studentessa bocciata in un liceo di Milano. La questione centrale è stata l’uso del Piano Didattico Personalizzato (PDP) e la legittimità dell’ammissione o meno alla classe successiva quando mancano le competenze necessarie, anche con strumenti di personalizzazione come il PDP.
Il ricorso e le motivazioni dei genitori
I genitori hanno sostenuto che il PDP, adottato per motivi di salute, avesse limitato le possibilità di recupero e di accesso alle misure dispensative e compensative previste. Inoltre, hanno lamentato il mancato supporto da parte della scuola e difficoltà ad accedere alla documentazione relativa alla carriera scolastica della studentessa, argomentando che questa avrebbe dovuto essere una condizione indispensabile per valutare correttamente le competenze acquisite.
Normative e principi di accesso agli atti scolastici
La legislazione italiana tutela il diritto dei genitori e degli studenti ad accedere alla documentazione relativa alla propria carriera scolastica, come stabilito da sentenze del Consiglio di Stato e del TAR Sardegna. Tali pronunce affermano che, sebbene il diritto di accesso sia incondizionato, l’assenza di alcuni atti non comporta automaticamente l’illegittimità di un giudizio di non ammissione, i cui requisiti devono comunque essere rispettati.
Strumenti di supporto e misure di recupero
Nel caso in esame, le prove e le relazioni sulla predisposizione del PDP mostrano come la scuola abbia attuato interventi di recupero, corsi individuali e attività di supporto, documentate tramite relazioni e registro elettronico. Questi strumenti avevano l’obiettivo di favorire l’apprendimento della studentessa e di aiutare il suo percorso di recupero.
Criticità sull’applicazione del PDP e i requisiti di ammissione
La sentenza del TAR ha chiarito che:
- Non è obbligatorio inserire nel verbale di scrutinio ogni dettaglio delle misure adottate dal PDP in merito a verifiche specifiche.
- Secondo la legge n. 170/2010, che tutela le persone con DSA, l’uso di strumenti compensativi e di una didattica personalizzata è garantito, ma l’ammissione all’anno seguente dipende dal raggiungimento di una sufficiente votazione in tutte le discipline.
In sostanza, l’adozione di strumenti didattici personalizzati non sostituisce il requisito di competenza, che resta il criterio fondamentale per il passaggio di livello scolastico.
Finalità educativa della bocciatura e il ruolo delle competenze
Già molte pronunce precedenti avevano affermato che:
- La bocciatura, anche se percepita come disagevole, ha una finalità principalmente educativa, volta a favorire il recupero delle competenze non acquisite.
- Il provvedimento di non ammissione mira a stimolare lo studente al rafforzamento delle proprie capacità, attraverso il ripetimento dell’anno scolastico, e non costituisce una sanzione.
Legittimità del provvedimento di non ammissione e conclusioni
Il TAR ha respinto le contestazioni circa la sufficienza delle verifiche svolte. La sentenza ha evidenziato che le insufficienze possono risultare anche dalla partecipazione insufficiente alle attività di recupero o da assenze, e che il mancato rispetto delle competenze richieste costituisce un elemento imprescindibile per l’ammissione. Pertanto, il giudice ha dichiarato legittimo il provvedimento di bocciatura, sottolineando come il PDP rappresenti uno strumento di supporto, ma non sostituisca i requisiti di competenza necessari per il passaggio alla classe successiva.
Sì, i genitori possono ricorrere al TAR contestando la legittimità della bocciatura, anche se la studentessa ha un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Tuttavia, la decisione si basa sulla verifica se le competenze richieste siano state effettivamente acquisite, indipendentemente dalla presenza del PDP.
Il TAR ha affermato che la non ammissione alla classe successiva può essere considerata legittima anche con PDP se mancano le competenze necessarie, perché questi strumenti non sostituiscono il conseguimento dei standard di apprendimento richiesti.
Il PDP è uno strumento di supporto che favorisce l'inclusione e il recupero, ma non esime dall'obbligo di dimostrare il raggiungimento delle competenze. La sua presenza non può giustificare una bocciatura se le competenze non sono state acquisite.
Sì, i genitori possono richiedere una revisione della valutazione presso la scuola o tramite il ricorso al TAR, dimostrando che le competenze non sono state riconosciute correttamente, anche considerando gli strumenti del PDP.
Secondo il TAR, le competenze mancanti sono quelle che l’alunno deve aver acquisito per poter affrontare con successo le successive fasi di studio. La mancanza di queste competenze rende legittima un’eventuale bocciatura, anche con PDP.
No, il PDP non garantisce automaticamente la sufficienza alle verifiche. Esso supporta l’apprendimento, ma il raggiungimento degli standard di competenza è essenziale per l’ammissione, come ribadito dal TAR.
Il TAR evidenzia che la bocciatura mira a recuperare le competenze non acquisite e a stimolare lo studente al miglioramento, non rappresenta una sanzione punitiva, ma uno strumento educativo.
Il giudice ha affermato che insufficienze possono derivare anche da assenze o difficoltà nel recupero, ma il requisito principale rimane il raggiungimento delle competenze competenti, che non può essere bypassato dal PDP.
La legge n. 170/2010 garantisce strumenti compensativi e didattica personalizzata per le persone con DSA, ma sottolinea che il passaggio di livello richiede il raggiungimento delle competenze e non solo l’uso degli strumenti.