Le parole di Suor Alfieri sull'insegnamento dell'educazione sessuale
Suor Anna Monia Alfieri, riconosciuta per il suo impegno nel campo delle politiche educative e insignita del titolo di cavaliere al merito della Repubblica Italiana, ha sottolineato l'importanza di superare un approccio strettamente tecnico nell'insegnamento dell’educazione sessuale. La sua posizione evidenzia che un’informazione limitata alle nozioni scientifiche e mediamente priva di approfondimenti relazionali e umani rischia di svilirne la portata integrale.
Secondo la sua esperienza, l’educazione sessuale, già presente nei programmi scolastici, dovrebbe andare oltre la semplice conoscenza del corpo, delle relazioni e del concepimento, puntando a creare una comprensione più profonda dell’essere umano e delle sue dinamiche emotive.
Differenziare l'educazione scientifica da quella sessuale
Alfieri sostiene che le scienze, come anatomia e malattie sessualmente trasmissibili, costituiscano una base fondamentale per affrontare l’aspetto tecnico della sessualità. Tuttavia, l’educazione sessuale non può limitarsi a questa dimensione.
È imprescindibile includere aspetti psicologici, etici e di rispetto reciproco, per promuovere un dialogo più completo e umano con i giovani in formazione.
Il ruolo centrale dei genitori e il consenso degli adulti
Suor Alfieri evidenzia come il coinvolgimento delle famiglie sia cruciale nel processo di educazione sessuale. La collaborazione tra scuola e famiglia, con il principio del consenso informato, garantisce che i contenuti siano compatibili con i valori e le convinzioni dei genitori.
Le linee guida del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) devono permettere di personalizzare i percorsi educativi, assicurando rispetto e coerenza con le tradizioni familiari.
Limitare l’educazione alla tecnica: un rischio di svilisce
Alfieri critica un’educazione sessuale che si limiti al semplice insegnamento dell’uso dei contraccettivi o di aspetti tecnici. Ritiene che questa visione riduttiva possa minare la complessità umana e relazionale dell’esperienza sessuale.
Impone di promuovere, invece, responsabilità, consapevolezza e autentico rispetto reciproco, elementi alla base di rapporti sani e duraturi.
Promuovere relazioni sane e rispettose
Per Alfieri, è fondamentale sostenere la cultura delle relazioni sane e del rispetto reciproco. Differenzia l’educazione sessuale dalla teoria del gender, sottolineando che i genitori devono avere il diritto di intervenire e di esprimere il proprio dissenso qualora i contenuti proposti siano in contrasto con i valori familiari.
Una vera educazione all’umanità
La posizione di Alfieri si riassume in una convinzione: la vera educazione sessuale nasce dalla consapevolezza della propria umanità, del rispetto verso l’altro e del significato profondo delle relazioni interpersonali. Un approccio che si discosti da questi principi rischia di deresponsabilizzare i giovani, privandoli di uno strumento fondamentale per affrontare la vita e le sue complessità relazionali.
Suor Alfieri sostiene che ridurre l’educazione sessuale all’aspetto tecnico svilisce la sua portata umana e relazionale, privando i giovani di strumenti fondamentali come responsabilità, rispetto e consapevolezza, necessari per costruire rapporti sani e autentici.
Suggerisce di superare un approccio meramente scientifico, includendo aspetti psicologici, etici e relazionali, e favorendo un dialogo aperto con le famiglie, rispettando i principi del consenso informato e delle tradizioni familiari.
Suor Alfieri attribuisce ai genitori un ruolo centrale nella personalizzazione dei percorsi educativi, sottolineando l’importanza di un dialogo rispettoso per trasmettere valori e convizioni familiari, attraverso il principio del consenso informato.
Perché questa visione riduttiva, concentrandosi soltanto sull’uso dei contraccettivi o aspetti tecnici, rischia di ignorare le dimensioni emotive, etiche e relazionali che sono fondamentali per vivere una sessualità consapevole e rispettosa.
Alfieri evidenzia che l’educazione alla sessualità deve rispettare i valori familiari e promuovere relazioni sane e rispettose, differenziandosi dalla teoria del gender, che parte da presupposti e ideali diversi legati alla fluidità di genere e alle identità personali.
Per Alfieri, significa sviluppare consapevolezza del proprio valore umano, rispetto reciproco e comprensione del significato profondo delle relazioni, ponendo l’attenzione sull’aspetto etico e relazionale dell’educazione sessuale.
Rischia di smarrire la dimensione umana e relazionale della sessualità, rendendo i giovani meno responsabili e meno capaci di instaurare rapporti autentici, favorendo un’educazione impersonale e riduttiva.
Dichiarando l’importanza di educare i giovani al rispetto reciproco, alla responsabilità e al valore delle relazioni autentiche, attraverso un percorso che valorizzi le emozioni e l’empatia come elementi fondamentali.
Può spingere verso un’educazione sessuale più integrata, rispettosa dei valori familiari e centrata sullo sviluppo di competenze emotive e relazionali, contribuendo a formare cittadini più responsabili e consapevoli.
Il suo messaggio principale è che un’educazione sessuale autentica deve partire dalla comprensione dell’umanità e dall’importanza del rispetto, andando oltre l’approccio tecnico per promuovere relazioni sane e consapevoli.