didattica
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L’affettività si vive, non si insegna. Lettera — approfondimento e guida

Mani intrecciate di una coppia anziana su documenti, simbolo di affetto e supporto reciproco, tema affettività e guida
Fonte immagine: Foto di Kampus Production su Pexels

CHI: docenti, studenti e operatori scolastici; COSA: riflessione sull'importanza dell'affettività nella scuola; QUANDO: attuale, considerando le recenti normative e pratiche educative; DOVE: nelle scuole italiane; PERCHÉ: per sensibilizzare sull'importanza di un approccio affettivo autentico e naturale nel percorso educativo.

  • Riflessione sulla natura intrinseca dell’affettività nella scuola
  • Critica alle pratiche burocratiche che rischiano di ostacolare l’educazione affettiva
  • Analisi dei processi relazionali, anche in ambito digitale
  • Suggerimenti per un cambiamento culturale e organizzativo

REGOLA EVIDENZA: Normativa e pratiche scolastiche

DESTINATARI: docenti, dirigenti, formatori e educatori

MODALITÀ: integrazione nell’Offerta Formativa e nelle pratiche quotidiane

LINK: https://orizzonteinsegnanti.it/educazione-affettiva

L’educazione affettiva come obiettivo naturale della scuola

L’educazione affettiva, pertanto, non può essere ridotta a mere nozioni o tecniche da trasmettere agli studenti, ma deve essere vissuta attraverso pratiche quotidiane che favoriscano la consapevolezza e l’espressione delle emozioni. L’affettività si manifesta attraverso le relazioni autentiche tra insegnanti, studenti e tutto il personale scolastico, creando un ambiente di rispetto, ascolto e solidarietà. È fondamentale che gli operatori scolastici siano formati non solo sui contenuti curriculari, ma anche sulle competenze emotive e relazionali, affinché possano essere modelli di comportamenti positivi. Inoltre, l’educazione affettiva si sviluppa anche attraverso attività pratiche e progetti che coinvolgano i ragazzi nella scoperta e nel rispetto delle proprie emozioni e di quelle altrui. La frase “L’affettività si vive, non si insegna” sottolinea che questa dimensione trasversale deve essere vissuta in prima persona, integrando i valori e le competenze emotive nel vivere quotidiano. Solo attraverso un'impostazione esperienziale e relazionale l’educazione affettiva può contribuire a formare individui equilibrati, capaci di relazioni sane e di una cittadinanza attiva e consapevole.

La Costituzione e le Indicazioni Nazionali

L’articolo TU 297/94 della Costituzione sottolinea che la scuola mira alla “piena formazione della personalità”. Le Indicazioni Nazionali del 2025 rinforzano questo concetto, promuovendo uno sviluppo armonico e integrato del ragazzo, avvalorando l’idea che l’affettività non deve essere considerata un'aggiunta, ma parte integrante del percorso educativo.

Le implicazioni pratiche

Questo significa che ogni attività didattica dovrebbe favorire l’espressione, la comprensione e il rispetto delle emozioni, integrandosi naturalmente nel curriculum senza appesantimenti burocratici. L’obiettivo è un ambiente scolastico più umano, che valorizzi il ruolo delle relazioni autentiche come base per un apprendimento efficace e significativo.

Come attivare processi educativi rivolti all’affettività

La relazione con le chatbot: un modello di legame affettivo in digitale

Uno scenario illuminante riguarda i rapporti che si instaurano con le chatbot, strumenti digitali che spesso generano legami emotivi tra gli utenti. Questo fenomeno ci consente di capire i meccanismi alla base delle relazioni affettive, tra cui:

  • Comprensione: sentirsi ascoltati e percepire risposte coerenti
  • Conferma: ottenere riconoscimento e convalida delle proprie opinioni
  • Stabilità relazionale: sicurezza grazie alla disponibilità costante
  • Libera espressione: parlare senza timore di giudizio
  • Interazione: prontezza delle risposte e riduzione dell’ansia
  • Prevedibilità: assenza di conflitti interpretativi, percepiti positivamente

Impatti in ambito educativo

Comprendere come si instaurano legami affettivi virtuali ci permette ai docenti di adottare strategie più consapevoli, valorizzando il ruolo dell’interlocutore come elemento centrale di ogni relazione. La didattica può quindi integrare strumenti digitali con un approccio che privilegia la relazione umana autentica.

REGOLA EVIDENZA: Normativa e pratiche scolastiche

Il principio fondamentale secondo cui "L’affettività si vive, non si insegna" sottolinea l'importanza di considerare l'aspetto emotivo e relazionale come un elemento intrinseco all'esperienza educativa, piuttosto che come un contenuto astratto da trasmettere. Questa filosofia si traduce nella necessità di creare ambienti scolastici che favoriscano lo sviluppo affettivo attraverso pratiche quotidiane e atmosfere di fiducia reciproca. La normativa vigente incoraggia gli operatori scolastici ad integrare l’educazione affettiva nelle attività formali e informali, promuovendo un approccio olistico che riconosce il ruolo centrale delle emozioni nel processo di apprendimento e di crescita personale. Le pratiche scolastiche devono dunque rispettare e valorizzare l’unicità di ogni individuo, facilitando un percorso di scoperta di sé e delle proprie emozioni che si rinnovi quotidianamente. La presenza di linee guida chiare e di attività specifiche all’interno dell’Offerta Formativa consente di orientare gli interventi, assicurando coerenza e continuità. È fondamentale che docenti, dirigenti, formatori e educatori condividano questa visione, promuovendo un ambiente scolastico inclusivo e rispettoso. La conoscenza e l’applicazione di queste pratiche sono agevolate dal riferimento alle risorse e ai materiali elaborati da esperti del settore, disponibili attraverso piattaforme dedicate all'educazione affettiva.

La valorizzazione dell’interlocutore come elemento chiave

La valorizzazione dell’interlocutore come elemento chiave rappresenta un approccio che mette al centro l’importanza delle emozioni e delle relazioni autentiche. "L’affettività si vive, non si insegna" è una lettera aperta a riconoscere che le competenze emotive si sviluppano attraverso esperienze condivise e reciprocità, piuttosto che con semplici spiegazioni teoriche. Per favorire un ambiente scolastico più inclusivo e comprensivo, è fondamentale ascoltare attivamente gli studenti, riconoscere i loro sentimenti e bisogni, e valorizzare le loro opinioni. Questo approccio aiuta a costruire un rapporto di fiducia, facilitando l’apprendimento e la crescita personale. L’interlocutore, quindi, deve essere visto non come un soggetto passivo, ma come un partner attivo nella relazione educativa, capace di contribuire con le proprie emozioni e prospettive alla costruzione di un percorso condiviso di crescita e consapevolezza.

Limitazioni dei sistemi tradizionali

I voti non favoriscono l’ascolto, la valorizzazione dell’individualità né il sostegno emotivo, curando più la misurazione che l’empatia. È quindi urgente ripensare le strategie di insegnamento e valutazione in chiave più umana e affettiva.

La necessità di un cambiamento culturale e organizzativo

Per migliorare davvero l’ambiente scolastico, occorre promuovere un nuovo paradigma in cui l’affettività non si misura, non si valuta e non si pianifica. Piuttosto, si accoglie, si ascolta e si coltiva come elemento naturale del vivere quotidiano, fondamentale per uno sviluppo più completo ed empatico.

Da mentalità burocratica a cultura relazionale

Questo cambio di prospettiva può portare a una scuola più umana e efficace, in cui i rapporti didattici si basano su autenticità, ascolto e rispetto reciproco. Solo così si creerà un ambiente in grado di favorire l’emergere di relazioni autentiche, più efficaci e umane, in linea con il principio che “L’affettività si vive, non si insegna”.

FAQs
L’affettività si vive, non si insegna. Lettera — approfondimento e guida

Perché si afferma che "L’affettività si vive, non si insegna"? +

Perché l’affettività è esperienziale e si manifesta nelle relazioni autentiche, non può essere trasmessa come nozione teorica ma vissuta attraverso pratiche quotidiane.

Come può la scuola promuovere un ambiente affettivo autentico? +

Attraverso pratiche quotidiane che valorizzano le emozioni, relazioni autentiche, formazione emotiva degli operatori e ambienti inclusivi basati sulla fiducia reciproca.

Quali sono le implicazioni della normativa vigente sull’affettività scolastica? +

La normativa promuove un approccio olistico che integra l’affettività nelle attività scolastiche, incentivando ambienti che favoriscono il benessere emotivo e lo sviluppo personale.

In che modo le relazioni digitali influiscono sull’affettività nelle scuole? +

Le relazioni digitali, come con chatbot, mostrano come l’affettività può essere sviluppata anche online, attraverso elementi come comprensione, conferma e stabilità relazionale.

Perché è importante formare gli insegnanti anche sulle competenze emotive? +

Perché gli insegnanti, formati sulle competenze emotive, possono essere modelli autentici e creare ambienti scolastici più rispettosi, ascoltanti e inclusivi.

In quale modo l’interlocutore diventa un elemento attivo nella relazione educativa? +

Riconoscendolo come partner di crescita, ascoltando attivamente, riconoscendo i sentimenti e valorizzando le opinioni, si favorisce un rapporto di fiducia e reciproco rispetto.

Qual è il limite dei sistemi tradizionali di valutazione scolastica? +

I voti tendono a privilegiare la misurazione e la performance, trascurando l'ascolto, l’empatia e l’individualità, elementi fondamentali per un’educazione affettiva autentica.

Come si può favorire uno sviluppo affettivo più naturale nella scuola? +

Attraverso un cambio culturale che valorizza l’ascolto, l’accoglienza e le relazioni autentiche, abbandonando la logica burocratica e percentuale.

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