Analisi dell’intervento di Crepet sulla relazione tra AI e formazione scolastica
Il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha recentemente espresso delle riflessioni provocatorie sul ruolo della scuola nel contesto attuale, sottolineando come lo sviluppo della tecnologia dell’intelligenza artificiale (IA) possa modificare radicalmente il modo di apprendere. Durante un’intervista a Il Resto del Carlino, Crepet ha messo in discussione la funzione della scuola tradizionale, ponendo una domanda che suscita dibattito:
La domanda centrale: l’IA può sostituire l’educazione formale?
Crepet ha affermato:
“Se un ragazzo può usare una chat di intelligenza artificiale per costruirsi su misura la propria formazione, anche di livello avanzato, allora che bisogno c’è di andare a scuola? Se possiamo fare tutto comodamente dal salotto di casa, in pigiama, forse non vale più la pena frequentare le lezioni tradizionali.”
Perché Crepet mette in discussione il valore della scuola tradizionale?
- Il suo punto di vista si basa sulla crescente accessibilità delle risorse di apprendimento offerte dall’IA.
- Solleva dubbi sulla reale necessità di incontri in presenza e sulla funzione relazionale che la scuola dovrebbe svolgere.
- Sottolinea l’importanza dell’interazione umana, come contatto diretto e relazioni personali, fondamentali nello sviluppo di un ragazzo.
La visione di Crepet: l’umanità come elemento insostituibile
Il sociologo crede ancora nel potere delle emozioni e dei contatti umani:
“Credo nella forza di una carezza, nel diritto naturale a crescere anche attraverso il gioco e il confronto diretto. L’intelligenza artificiale può aiutare, ma non può sostituire la relazione umana, che rimane il cuore dell’educazione.”
Note aggiuntive: il rischio di una società troppo dipendente dalla tecnologia e il bisogno di equilibrio
Crepet evidenzia, inoltre, come un eccesso di controllo genitoriale, spesso esercitato tramite strumenti digitali come WhatsApp, possa creare ambienti troppo sorvegliati, riducendo gli spazi di libertà dei giovani. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e libertà di crescita personale.
Il ruolo dell’IA nelle scuole: opportunità o minaccia?
Le potenzialità e i timori legati all’intelligenza artificiale nel mondo scolastico
Quando si affronta il tema di strumenti come ChatGPT o altre tecnologie AI adottate nelle aule, emergono due grandi prospettive: quella che vede queste innovazioni come opportunità di miglioramento e quella che le considera una possibile minaccia alla funzione educativa tradizionale.
Lo stato attuale dell’uso dell’IA nelle scuole
- La tecnologia è ormai presente in molte istituzioni, ma c’è ancora una scarsa preparazione tra i docenti.
- Uno studio europeo di GoStudent evidenzia che il 75% degli insegnanti non ha ricevuto formazione specifica sull’implementazione dell’IA.
- Il 71% dei docenti sostiene che l’uso di sistemi di intelligenza artificiale dovrebbe essere regolamentato, più che vietato.
Le normative e le linee guida
Il Decreto Ministeriale n. 166 del 9 agosto 2025 ha istituito le Linee guida per l’introduzione dell’IA nelle scuole, che prevedono:
- Principi etici e normativi per un uso responsabile.
- Misure per garantire tutela dei dati e conformità alle normative europee.
Pratiche didattiche innovative e formazione docente
Secondo un’indagine di INDIRE, oltre la metà dei docenti utilizza strumenti di IA per:
- Supporto alla didattica
- Strumenti compensativi per studenti con difficoltà
- Compiti amministrativi come la redazione di relazioni e verbali.
Il caso di Giovanni Morello: la verifica dell’originalità degli elaborati
Un esempio concreto è quello del docente di lettere Giovanni Morello, che utilizza l’IA per monitorare l’autenticità dei compiti. La verifica orale rimane il metodo più affidabile per accertare la comprensione reale degli studenti.
Le sfide future: formazione degli insegnanti e questioni etiche
Formazione professionale e gestione delle problematiche etiche
La maggior parte dei docenti europei ha ancora bisogno di aggiornamenti specifici sull’uso responsabile dell’IA. È cruciale sviluppare programmi di formazione che preparino gli educatori a governare questa rivoluzione digitale.
Etica, privacy e dipendenza tecnologica
Le preoccupazioni riguardano:
- Questioni di privacy e dati sensibili
- Il rischio di dipendenza da sistemi automatizzati
- Le possibili disuguaglianze tra studenti dotati di strumenti tecnologici avanzati e altri meno privilegiati.
Secondo esperti come Cosimo Accoto, le tecnologie algoritmiche rappresentano sia una minaccia che un’opportunità, e sarà fondamentale capire come orientare questa evoluzione per garantire un futuro inclusivo e sostenibile.
Conclusioni: tra innovazione e responsabilità
In definitiva, l’intelligenza artificiale sta già plasmando il futuro dell’educazione, ma il suo impatto duraturo dipenderà da come si saprà affrontare criticamente le sfide etiche, formative e pedagogiche. La domanda di Crepet rimane aperta: se un ragazzo può imparare con l’IA, perché andare a scuola?»
Domande frequenti sul ruolo dell'IA nell'educazione secondo Crepet
La proposta di Crepet evidenzia una ridefinizione del ruolo della scuola, sostenendo che, se le risorse digitali offerte dall’IA permettono una formazione su misura, la funzione educativa tradizionale potrebbe essere superata. Tuttavia, sottolinea anche l'importanza dell'interazione umana, lasciando spazio a un confronto tra i benefici dell'innovazione e il valore insostituibile delle relazioni dirette.
Crepet suggerisce che il ruolo dell’insegnante si trasformerebbe in facilitatore e mentore, focalizzandosi su aspetti emotivi, sociali e motivazionali. La presenza umana diventerebbe un elemento di differenziazione, indispensabile per sviluppare capacità critiche e valori etici che l’IA non può replicare.
Secondo Crepet, le relazioni umane e il contatto diretto favoriscono l’apprendimento di competenze sociali, empatia e sviluppo emotivo. Questi aspetti sono cruciali per la crescita di un ragazzo, rendendo l’interazione personale un elemento irrinunciabile, anche in un’epoca dominata dalla tecnologia.
Crepet sottolinea che l’uso dell’IA dovrebbe integrarsi con un’educazione che include esperienze pratiche, socializzazione e sviluppo di competenze trasversali. La personalizzazione offre opportunità, ma deve essere accompagnata da attività che favoriscono l’inclusione, la creatività e l’interazione tra studenti.
Crepet mette in guardia contro la possibile dipendenza da strumenti digitali, che potrebbe limitare la capacità dei giovani di sviluppare autonomia, pensiero critico e relazioni autentiche. È importante bilanciare l’uso dell’IA con attività che promuovano l’esperienza diretta e il contatto umano.
Crepet suggerisce che la scuola dovrebbe adottare metodologie didattiche innovative, formando insegnanti all’uso responsabile dell’IA e creando ambienti di apprendimento ibridi. La tecnologia può essere uno strumento di supporto, mantenendo centrale il ruolo formativo delle relazioni umane.
Crepet sottolinea l’importanza di regolamentazioni chiare, come le linee guida del Decreto Ministeriale, per garantire un uso etico, responsabile e tutelato dei dati. La normativa deve accompagnare l’innovazione senza ostacolarla, promuovendo soprattutto l’equità e la responsabilità.
Crepet evidenzia la necessità di investire in programmi di formazione continua, focalizzati su competenze digitali, etica dell’IA e metodologie didattiche innovative. Solo così gli insegnanti potranno guidare efficacemente una rivoluzione pedagogica legata alla tecnologia.
Crepet sottolinea che le questioni di privacy, sicurezza dei dati, disuguaglianze digitali e responsabilità etica rappresentano sfide fondamentali. È necessario affrontare questi aspetti con attenzione per garantire che l’implementazione dell’IA sia giusta e inclusiva.
Crepet evidenzia che, nonostante le potenzialità dell’IA, la scuola tradizionale garantisce un ambiente di socializzazione, sviluppo delle capacità critiche e valori etici, aspetti che l’IA da sola non può offrire. La presenza educativa rimane fondamentale per una formazione completa e umana.
Crepet prevede che l’uso dell’IA continuerà a espandersi, richiedendo una regolamentazione etica e pedagogica più approfondita. La sfida sarà preservare l’umanità dell’educazione, integrando innovazione e responsabilità per costruire un futuro sostenibile e inclusivo.