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Professori senza retribuzione da mesi: il grido d'allarme degli insegnanti dello Stato

Insegnante con banconote e lista spese settimanale, simbolo della difficoltà economica dei professori non pagati.

La condizione difficile dei supplenti scolastici

Numerosi docenti supplenti, assunti con contratti brevi e intermittenti dall’inizio dell’anno scolastico, si trovano a dover fare i conti con una realtà insostenibile: lavorano senza ricevere il pagamento della loro retribuzione da mesi. In interviste rilasciate a *Open*, alcuni di loro hanno condiviso le proprie esperienze, sottolineando come sia per loro impossibile sostenersi economicamente a causa dei ritardi dello Stato.

Ad esempio, una docente di un istituto superiore in provincia di Udine ha affermato:

"Non so ancora quando riceverò lo stipendio. Sono madre di due bambini piccoli, di due anni e mezzo e sei mesi. Nonostante abbiamo fatto tutto correttamente, i ritardi dello Stato ci lasciano senza alcun introito. Io e i miei figli non possiamo basare la nostra vita solo sullo stipendio di mio marito."

Un altro insegnante ha espresso il suo disagio così:

"Quando sono con i ragazzi sto bene, ma appena uscito mi assale la rabbia. È assurdo che chi lavora per lo Stato debba sopravvivere con prestiti o favori. Mi chiedo come sia stato possibile arrivare a questa situazione."

Come vengono gestiti i pagamenti delle supplenze

Secondo la normativa italiana vigente, i supplenti brevi dovrebbero ricevere il pagamento entro 30 giorni dalla data di conclusione del servizio. Questa procedura si svolge attraverso alcune fasi:

  1. Il dirigente scolastico verifica e convalida i dati contrattuali entro tre giorni lavorativi.
  2. Autorizza il pagamento tramite il Sistema Informativo dei Dati dell’istruzione (SIDI), che trasmette le pratiche a NoiPA, la piattaforma del Ministero dell’Economia per la gestione dei pagamenti ai docenti.

Il finanziamento necessario all'erogazione delle retribuzioni viene assegnato alle scuole dalla Ragioneria Generale dello Stato, in base alle autorizzazioni di bilancio. Tuttavia, nonostante molte scuole abbiano regolarmente concluso tutti gli adempimenti, i fondi spesso tardano ad arrivare, provocando ritardi nel pagamento degli stipendi.

Le dichiarazioni ufficiali del Ministero dell’Istruzione

Il Ministero dichiara che, ad oggi, non ci sarebbero problemi di carattere finanziario per le retribuzioni degli insegnanti. Essi affermano:

"Le disponibili finanziarie del Ministero sono sufficienti a garantire i pagamenti di settembre e ottobre."

Hanno inoltre precisato che i disservizi nel pagamento devono essere attribuiti a ritardi nella trasmissione delle risorse alle scuole e non a mancanze di fondi.

Le segnalazioni dal mondo scolastico

Il sindacato Anief ha raccolto numerose segnalazioni di ritardi nei pagamenti di docenti in tutta Italia. Maria Guarino, rappresentante di Anief, ha spiegato:

  • I casi di docenti neoassunti che attendono ancora l'invio delle delibere contrattuali.
  • I supplenti brevi pagati direttamente dalla scuola, ma che spesso non ricevono i fondi in tempo dal Ministero, con conseguenti ritardi.

Guarino ha inoltre evidenziato che molti insegnanti preferiscono rinunciare a tentare ricorsi legali, considerando i tempi e i costi coinvolti, e spesso devono accontentarsi di pagamenti che arrivano dopo mesi, a volte come risultato di cause giudiziarie.

Novità legislative sulla disciplina delle supplenze temporanee

In vista della Legge di Bilancio 2026, sono state proposte alcune modifiche riguardanti le supplenze fino a 10 giorni. Le principali innovazioni prevedono:

  • Quando un docente di ruolo in servizio nelle scuole secondarie si assenta fino a 10 giorni, la sostituzione deve essere effettuata con personale dell’organico dell’autonomia.
  • La sostituzione può avvenire solo per motivazioni didattiche motivate e non più in modo discrezionale come in passato.

Per le supplenze temporanee su posti di sostegno e nelle scuole dell’infanzia e primaria, il dirigente può utilizzare il personale dell’organico dell’autonomia per coprire assenze fino a 10 giorni.

Considerazioni finali

Nonostante le normative e le circolari, i problemi di pagamento degli stipendi per i docenti supplenti continuano a rappresentare una grave criticità, mettendo a rischio la stabilità economica di molte famiglie di insegnanti. Le recenti proposte legislative mirano a migliorare la gestione delle supplenze brevi, ma resta fondamentale monitorare attentamente che le risorse arrivino tempestivamente alle scuole, garantendo così il rispetto dei diritti di chi lavora per lo Stato e spesso si trova a dover affrontare emergenze finanziarie personali.

1. Perché alcuni docenti supplenti continuano a lavorare senza ricevere lo stipendio per mesi? +

Molti docenti supplenti si trovano in questa situazione a causa di ritardi nella trasmissione delle risorse finanziarie alle scuole da parte della Ragioneria Generale dello Stato. Nonostante le scuole abbiano rispettato le procedure, i fondi spesso arrivano in ritardo, lasciando i docenti senza pagamento per mesi.


2. Quali sono le parole di sfogo degli insegnanti riguardo questa situazione? +

Uno degli insegnanti ha affermato: "È assurdo che chi lavora per lo Stato debba sopravvivere con prestiti o favori." Queste dichiarazioni evidenziano il senso di ingiustizia e frustrazione dei docenti, costretti a fronteggiare emergenze economiche a causa dei ritardi nei pagamenti.


3. Come vengono gestiti i pagamenti delle supplenze brevi secondo la normativa italiana? +

Secondo la normativa, il pagamento delle supplenze brevi dovrebbe avvenire entro 30 giorni dalla fine del servizio, attraverso un procedimento che coinvolge il dirigente scolastico, il Sistema Informativo dei Dati dell’istruzione (SIDI) e la piattaforma NoiPA. Tuttavia, spesso si verificano ritardi a causa della gestione delle risorse.


4. Qual è la posizione ufficiale del Ministero dell’Istruzione sui ritardi nei pagamenti? +

Il Ministero dichiara che non ci sarebbero problemi di carattere finanziario e che le risorse disponibili sono sufficienti per coprire i pagamenti di settembre e ottobre. Tuttavia, attribuisce i disservizi a ritardi nella trasmissione delle risorse alle scuole, piuttosto che a mancanze di fondi.


5. Come rispondono i sindacati alle problematiche di pagamento degli insegnanti? +

Il sindacato Anief ha raccolto numerose segnalazioni di ritardi, evidenziando che molti insegnanti, soprattutto neoassunti e supplenti brevi, devono aspettare mesi per ricevere i propri stipendi. Spesso, per risolvere queste situazioni, sono necessari ricorsi legali e cause giudiziarie, che comportano tempi e costi aggiuntivi.


6. Quali modifiche legislative sono previste per le supplenze temporanee? +

In vista della Legge di Bilancio 2026, sono proposte modifiche che limitano le supplenze fino a 10 giorni, prevedendo che le sostituzioni nelle scuole secondarie e dell'infanzia siano effettuate con personale dell’organico dell’autonomia, solo per motivazioni didattiche motivate e non più in modo discrezionale.


7. Qual è il problema principale che riguarda i pagamenti ai docenti supplenti? +

Il problema principale risiede nei ritardi e nelle inefficienze nel trasferimento delle risorse finanziarie alle scuole, che causa mesi di attesa per i salari dei docenti, portando molte famiglie a reggersi su prestiti e favori, invece di un rispetto tempestivo dei diritti di pagamento.


8. Come descrivono gli insegnanti la loro condizione attuale? +

Molti insegnanti descrivono la propria condizione come insostenibile e frustrante, sottolineando che lavorare per lo Stato non dovrebbe comportare dover ricorrere a prestiti o a favori per sopravvivere economicamente, condividendo spesso lo sfogo: “È assurdo che chi lavora per lo Stato debba sopravvivere con prestiti o favori”.


9. Quali sono le conseguenze per le famiglie degli insegnanti in queste condizioni? +

Le famiglie si trovano spesso a dover affrontare difficoltà economiche significative, poiché i docenti non ricevono il pagamento regolare e devono ricorrere a prestiti, spesso aggravando la loro precarietà finanziaria e influendo sulla stabilità del nucleo familiare.


10. Qual è il messaggio che gli insegnanti vogliono trasmettere alle istituzioni? +

Gli insegnanti sottolineano che è fondamentale che le istituzioni riconoscano il loro lavoro, garantendo pagamenti puntuali e dignitosi, evitando che sopravvivano con l’aiuto di prestiti o favori, e chiedendo maggiore attenzione e rispetto per il loro ruolo e i loro diritti.

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