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L'educazione alla sessualità nelle scuole italiane e il confronto internazionale

Globo terrestre colorato su tavolo di legno, metafora del confronto internazionale sull'educazione sessuale nelle scuole.

Divieti e regolamentazioni sull’educazione sessuale in Italia

Recentemente, il panorama dell’educazione sessuale nelle scuole italiane ha subito importanti cambiamenti. Con l’approvazione di un emendamento al DDL n. 2423, firmato dalla deputata Giorgia Latini, si sono introdotte restrizioni severe riguardo ai corsi di esterni e alle attività con figure esterne che trattano tematiche di sessualità. Questa norma, ancora in fase di esame in Commissione Cultura alla Camera, limita sensibilmente l’intervento di esperti esterni fin dalla scuola dell’infanzia, estendendo il divieto anche alle scuole primarie e secondarie di primo grado.

  • Per le scuole dell’infanzia e primarie, tutte le attività relative alla sessualità sono escluse, salvo quanto previsto dalle Indicazioni Nazionali.
  • Per le scuole secondarie di primo grado, i genitori devono essere preventivamente informati e devono dare il consenso scritto ai corsi di educazione sessuale svolti con soggetti esterni.

Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di restrizioni che limita l’apertura scolastica verso esperienze e figure di supporto esterne sulla tematica della sessualità, generando dibattiti tra sostenitori di un’educazione più completa e chi propone un approccio più restrittivo.

Proposte e iniziative di potenziamento dell’educazione in materia di sessualità

Nonostante le restrizioni, sul fronte legislativo e istituzionale sono state avanzate diverse proposte per rafforzare l’educazione alle relazioni e alla sessualità:

  1. Disegni di legge presentati in Parlamento:
    - Ddl 943: proposto dall’opposizione, prevede un’ora in più di educazione sentimentale, sessuale e affettiva nel curriculum delle scuole secondarie, con formazione obbligatoria per gli insegnanti.
  2. Proposta del Governo:
    - Un progetto di legge, firmato dal ministro Giuseppe Valditara nel 2024, che introduce nelle Linee Guida dell’Educazione Civica 33 ore dedicate a temi come il rispetto, la parità di genere e le relazioni, con un focus sulla prevenzione di ogni forma di violenza e discriminazione.

Attività e programmi avviati

In parallelo alle normative, le istituzioni stanno implementando iniziative concrete per promuovere l’educazione al rispetto e alle relazioni sane:

  • Linee Guida per l’Educazione Civica:
    Firmate nel settembre 2024 dal ministro Valditara, dedicano 33 ore annuali ad argomenti come parità di genere, relazioni e rispetto, con obiettivi di prevenzione della violenza e delle discriminazioni.
  • Progetto “Educare alle relazioni”:
    Derivato dall’omicidio di Giulia Cecchettin, si tratta di un percorso facoltativo di trenta ore, supportato da Indire, che coinvolge esperti e mira a stimolare un dibattito sulle relazioni sane e la prevenzione della violenza di genere.
  • Fondazione Giulia Cecchettin:
    Costituita nel novembre 2024, si dedica alla formazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere, proponendo iniziative nelle scuole della provincia di Padova per l’anno scolastico 2025-2026.

Il ruolo dell’educazione affettiva e il nuovo quadro nelle Indicazioni Nazionali

Le recenti Indicazioni Nazionali per il primo ciclo di istruzione, pubblicate nel giugno 2025, sottolineano l’importanza di un percorso educativo trasversale e interdisciplinare. Questi testi promuovono attività finalizzate allo sviluppo dell’empatia, del rispetto e alla valorizzazione delle differenze, senza dedicare una materia specifica alla sessualità, ma puntando invece su un lavoro formativo continuativo e integrato attraverso varie discipline.

Il confronto con l’Europa: lo stato dell’educazione sessuale

Analizzando lo scenario internazionale, emerge come l’Italia si trovi tra gli ultimi paesi europei per quanto riguarda l’obbligatorietà dell’educazione sessuale. Secondo il rapporto Global Education Monitoring Report 2023 dell’UNESCO, solo il 20% dei paesi analizati ha normative chiare in materia, e il 39% realizza iniziative specifiche.

In Europa, alcuni paesi con un’educazione sessuale obbligatoria e strutturata sono:

  • Svezia: dal 1955, aggiornamenti nel 2011, con focus su genitori, diritti e aspetti di genere.
  • Germania: dal 1968, con programmi su biologia, relazioni e omosessualità.
  • Francia: dal 2001, inclusione di temi sociali, etici e relazionali.
  • Spagna: dal 2006, materia trasversale nelle scuole.
  • Irlanda: dal 1995, con corsi integrati già dal 1996.
  • Finlandia: dal 1970, con curricula aggiornati sugli aspetti emotivi e sociali.
  • Paesi Bassi: dagli anni ’60, con programmi obbligatori dal 2012, fin dall’età prescolare.

Conclusioni: un percorso verso un’educazione sessuale più completa?

La differenza tra Italia e altri Paesi europei evidenzia come l’approccio più restrittivo possa limitare la formazione delle nuove generazioni in ambito di relazioni, rispetto e diritti. Tuttavia, le attuali iniziative legislative e le proposte di rafforzamento rappresentano un passo importante verso un quadro più strutturato e sensibile alle esigenze di un’educazione sessuale più approfondita e integrata nelle scuole italiane.

1. Perché in Italia i corsi di educazione sessuale esterni sono vietati fino alle medie? La normativa attuale mira a proteggere i bambini o limita purtroppo l’informazione? +

L’attuale normativa, recentemente rafforzata, mira principalmente a tutelare la delicatezza dei bambini e rispettare le sensibilità culturali, ma rischia di limitare l’accesso a un’educazione completa. La scelta di vietare corsi esterni per le medie può ostacolare l’informazione corretta e tempestiva, sollevando il dibattito sulla necessità di una materia dedicata o di un approccio più aperto, come avviene in altri paesi europei.


2. Serve davvero una materia di educazione sessuale a parte rispetto alle altre discipline scolastiche? +

Molti esperti ritengono che dedicare una materia specifica all’educazione sessuale possa favorire una trasmissione efficace e completa di informazioni, rispondendo alle esigenze di conoscenza, rispetto e prevenzione. Tuttavia, altri sottolineano l'importanza di un approccio interdisciplinare, integrando temi alla vita quotidiana senza appesantire il curriculum, come avviene nelle linee guida italiane per un percorso trasversale.


3. Come si confrontano le linee di Valditara con gli altri paesi europei in tema di educazione sessuale? +

La linea di Valditara, che privilegia un’educazione più interattiva e integrata, si differenzia dalle politiche di molti paesi europei con curricula obbligatori e più articolati. Mentre in Italia si discute ancora sulle modalità di inserimento di tematiche sessuali, altri paesi adottano programmi strutturati e consolidati già da decenni, evidenziando un approccio più aperto e completo.


4. Quali sono i pro e i contro dell’integrazione dell’educazione sessuale nelle materie trasversali? +

Inserire l’educazione sessuale nelle discipline trasversali permette di sensibilizzare gli studenti in modo continuo e contestuale, favorendo un apprendimento naturale e meno invasivo. Tuttavia, questa modalità potrebbe rischiare di essere meno strutturata e approfondita, rispetto a una materia dedicata, rischiando di lasciare alcune tematiche meno trattate.


5. La proposta di introdurre 33 ore nelle Linee Guida dell’Educazione Civica rappresenta un passo verso un’educazione più completa? +

Sì, l’inserimento di ore dedicate a rispetto, parità di genere e relazioni nelle Linee Guida dell’Educazione Civica rappresenta un importante passo avanti. Anche senza una materia esclusiva, questo approccio permette di sviluppare competenze fondamentali per relazioni sane e consapevoli, contribuendo a un’educazione affettiva più strutturata e trasversale.


6. Quali sono i vantaggi di un metodo educativo integrato rispetto a uno separato sulla sessualità? +

L’approccio integrato consente di affrontare il tema della sessualità in modo naturale e contestuale, promuovendo valori come rispetto, empatia e diversità attraverso diverse discipline. Questo metodo favorisce inoltre una maggior coerenza educativa e una maggiore presenza di temi sociali e affettivi nelle attività quotidiane, preparandoli meglio alla vita adulta.


7. Si può insegnare educazione sessuale efficacemente senza una materia dedicata? +

Assolutamente sì. Molte scuole in Italia e nel mondo adottano un approccio trasversale, integrando temi di educazione sessuale nelle materie di biologia, educazione civica e altre discipline. La chiave sta nel formare insegnanti preparati e sensibili, capaci di creare un ambiente aperto e rispettoso che favorisca un apprendimento naturale ed efficace.


8. Quali esempi di paesi europei con un’educazione sessuale obbligatoria e strutturata possiamo citare? +

Paesi come Svezia, Germania, Francia, Spagna, Irlanda, Finlandia e Paesi Bassi hanno normative chiare e programmi strutturati fin dagli anni ’50 e ’60. Questi sistemi si concentrano su aspetti di genere, diritti civili, prevenzione e inclusione, offrendo moduli obbligatori e formazione specifica agli insegnanti per garantire un’educazione sessuale completa e aggiornata.


9. Qual è la sfida principale nel migliorare l’educazione sessuale in Italia? +

La sfida principale consiste nel bilanciare il rispetto delle sensibilità culturali con l’esigenza di fornire un’educazione completa, aggiornata e accessibile ai giovani. La discussione tra approcci restrittivi e quelli più aperti richiede un confronto continuo tra politici, educatori e famiglie, al fine di trovare un equilibrio che prepari adeguatamente le nuove generazioni.


10. Come potrebbero migliorare le politiche educative sul tema della sessualità in Italia? +

Migliorando l’informazione e la formazione degli insegnanti, promuovendo programmi scolastici più strutturati e aperti, e coinvolgendo famiglie e comunità in un dialogo rispettoso e costruttivo. Ad esempio, adottare un approccio più flessibile e meno restrittivo, ispirandosi ai modelli di altri Paesi europei, potrebbe rappresentare un passo decisivo verso un’educazione sessuale più efficace e responsabile.

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