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Giovani e Internet: un rischio estremo che lascia senza parole, secondo Crepet

Giovane spericolato su monopattino esegue trick estremo davanti a un gruppo di coetanei: rischio e adrenalina giovanile online

Il fenomeno del disagio giovanile in epoca digitale

Negli ultimi anni, l'aumento del disagio tra i giovani coincide con l'integrazione sempre più forte del web nella vita quotidiana. Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo, ha evidenziato come i rischi online possano diventare una vera e propria minaccia, capace di spingere alcuni adolescenti a compiere gesti estremi.

La pericolosità delle interazioni digitali

Durante una recente trasmissione, Crepet ha descritto con preoccupazione il volto oscuro delle piattaforme digitali:

“C’è chi online aiuta i ragazzi e le ragazze in difficoltà per estremizzare i loro gesti. Sono casi minori, ma la violenza che si manifesta in questi contesti è sbalorditiva. Solo a vederli fa accapponare la pelle.”

Questa dichiarazione mette in luce come, invece di offrire supporto, alcune interazioni digitali possano alimentare comportamenti autodistruttivi e incoraggiare decisioni estreme.

I meccanismi di insidia nelle piattaforme online

Crepet si sofferma sui canali virtuali che, piuttosto che garantire sostegno, possono diventare ambienti favoriscenti di violenza emotiva e fisica. Questi spazi digitali spesso nascondono pericoli invisibili, alimentando un senso di isolamento e vulnerabilità tra i giovani.

La triste realtà dei social e dei forum

  • Diffusione di contenuti che promuovono comportamenti autolesionistici
  • Gruppi di supporto che si trasformano in luoghi di incitamento
  • Imitazione di comportamenti rischiosi condivisi nelle chat private

Le sfide della prevenzione e delle azioni di contrasto

Crepet sottolinea con amarezza:

“Come si argina questo fenomeno? Non ne ho la più pallida idea.”

Il suo monito è che risposte semplicistiche, come la mera condanna delle piattaforme, non sono sufficienti. Occorre un approccio più profondo, che coinvolga famiglie, scuole e operatori sociali, per intercettare e prevenire i segnali di disagio e i rischi connessi alle pratiche online di forte impatto emotivo.

Conclusioni: l’urgente bisogno di vigilanza

Le parole di Crepet richiamano una responsabilità collettiva nel monitorare e tutelare le nuove generazioni. La crescente diffusione di contenuti nocivi e di comportamenti estremi tramite internet richiede una massima attenzione per arginare un fenomeno che, se non affrontato con decisione, potrebbe avere conseguenze drammatiche nel breve e nel lungo termine.

1. Perché Paolo Crepet è così allibito di fronte ai rischi online tra i giovani? +

Crepet si dice scioccato nel vedere come le interazioni digitali possano spingere alcuni giovani verso comportamenti estremi, alimentati dalla mancanza di supporto e dall'influenza di canali pericolosi. La sua reazione deriva dall'osservazione che, dietro a uno schermo, si nascondono rischi che possono essere estremamente devastanti.


2. Quali sono i principali rischi del vivere in un mondo digitale per i giovani? +

I rischi principali includono l'esposizione a contenuti autolesionistici, il coinvolgimento in gruppi di incitamento, il cyberbullismo e l'imitazione di comportamenti pericolosi. Questi fattori contribuiscono a una crescente vulnerabilità e isolamento tra i giovani.


3. Come possono le piattaforme digitali diventare ambienti di violenza emotiva e fisica? +

Le piattaforme spesso favoriscono spazi di confronto in apparenza protetti, ma in realtà facilitano attività di incitamento, consumo di contenuti autolesionistici e dinamiche di esclusione. Quando queste interazioni non sono sorvegliate, possono degenerare in violenza emotiva e fisica, aumentando il rischio di gesti estremi tra i giovani.


4. Qual è il ruolo delle famiglie e delle scuole nel prevenire questi rischi? +

Famiglie e scuole devono essere coinvolte attivamente nel monitorare e guidare l'uso di internet, educando i giovani a un utilizzo consapevole e responsabile. È fondamentale creare dialoghi aperti, riconoscere segnali di disagio e intervenire tempestivamente per prevenire comportamenti a rischio.


5. Come può un ragazzo riconoscere di essere a rischio online? +

Un giovane dovrebbe prestare attenzione a segnali di disagio, come sensazioni di isolamento, impulsi autolesionistici, o la partecipazione a chat con contenuti disturbanti. Il riconoscimento precoce di questi segnali permette di chiedere aiuto e di ricevere supporto adeguato.


6. È possibile sviluppare strategie efficaci per arginare i comportamenti estremi online? +

Sì, combinando interventi educativi, il coinvolgimento di genitori e insegnanti, oltre a programmi di sensibilizzazione sulle insidie della rete. È importante promuovere una cultura digitale positiva e sviluppare strumenti di monitoraggio più efficaci per individuare i segnali di disagio.


7. Qual è il limite tra libertà di espressione e rischio di incitamento all'autolesionismo? +

Il limite si determina quando i contenuti promuovono o incentivano comportamenti autolesionistici, violando principi di tutela e sicurezza. È essenziale regolamentare e vigilare sulle piattaforme per prevenire che la libertà di espressione diventi terreno fertile per rischi gravi per i giovani.


8. Come possono i mediatori sociali contribuire alla prevenzione? +

I mediatori sociali, attraverso interventi formativi e informativi, possono creare reti di supporto, sensibilizzando le comunità e intervenendo prima che i segnali di disagio si trasformino in emergenze. La loro presenza è cruciale per intercettare tempestivamente i rischi emergenti.


9. Qual è il ruolo delle istituzioni nella tutela dei giovani online? +

Le istituzioni devono promuovere politiche di regolamentazione, sostenere campagne di sensibilizzazione e sviluppare strumenti di verifica e controllo delle piattaforme digitali. La collaborazione con enti educativi e sociali è fondamentale per creare un ambiente digitale più sicuro.


10. Come possiamo contribuire tutti alla prevenzione di comportamenti estremi tra i giovani? +

Nel nostro ruolo di adulti, educatori, genitori o semplici cittadini, dobbiamo promuovere un dialogo aperto, ascoltare senza giudizio e intervenire prontamente. L'educazione a un uso responsabile di internet e l'attenzione ai segnali di disagio sono le chiavi per arginare questa emergenza.

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