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Gratteri: “Ascoltate gli studenti, ma non perdete di vista il vostro ruolo di insegnanti”

Relatore a un podio in aula scolastica con studenti, focus sull'importanza dell'ascolto e del ruolo docente come Gratteri suggerisce
Fonte immagine: Foto di Mikhail Nilov su Pexels

Chi sono gli interlocutori di questa riflessione? Insegnanti e studenti, con un focus sul delicato equilibrio tra ascolto e ruolo professionale. Quando e dove avviene il discorso? Durante un’intervista rilasciata a Orizzonte Scuola, in un momento di particolare attenzione alle esigenze degli insegnanti. Perché questa discussione? Per sottolineare l’importanza di mantenere la professionalità in un contesto complesso e usurante.

  • L’ascolto degli studenti senza confondere i ruoli
  • Attenzione alle trappole dell’empatia e dei confini
  • Importanza della collaborazione e delle reti di supporto
  • Il ruolo fondamentale dell’insegnante come guida e non come psicologo
Modalità di partecipazione: Incontri formativi e workshop dedicati a docenti

Come mantenere il ruolo di insegnante senza confondere i ruoli con quello di psicologo

Per mantenere saldo il ruolo di insegnante senza cadere nella trappola di confondere la propria funzione con quella dello psicologo, è essenziale stabilire dei limiti chiari nelle interazioni con gli studenti. Nicola Gratteri sottolinea come, se da un lato ascoltare gli studenti sia un elemento positivo per creare un ambiente scolastico favorevole, dall’altro è altrettanto importante non superare il confine che distingue il supporto pedagogico da quello psicologico. Gli insegnanti devono sviluppare competenze di ascolto attivo che favoriscano la lettura delle esigenze degli studenti senza però entrare in ambiti che richiedono competenze specialistiche. La sensibilità nel riconoscere quando una problematica supera le capacità di intervento dell’insegnante è fondamentale; in questi casi, il ruolo dell’adulto responsabile è di indirizzare lo studente verso figure professionali qualificate, come gli psicologi scolastici, i consulenti o i servizi sociali. Gli insegnanti devono inoltre collaborare strettamente con famiglia e personale specializzato, affinché il sostegno sia coerente e efficace, rispettando sempre il ruolo di ciascuno. Ricordarsi che il lavoro dell’insegnante è già di per sé usurante aiuta a mantenere chiarezza e a impostare un approccio professionale, senza sovrapporre funzioni che non sono di loro competenza, al fine di tutelare la salute mentale degli studenti e la propria integrità professionale. Questa distinzione evita rischi di burnout e permette di offrire un ambiente scolastico supportivo e rispettoso, dove ogni figura può esprimere al meglio le proprie competenze senza confondere i ruoli.

Quali sono i rischi di confondere i ruoli?

Confondere il ruolo di insegnante con quello di psicologo può portare a una serie di conseguenze negative non solo per i docenti, ma anche per gli studenti. Un rischio principale è quello di creare aspettative eccessive sugli insegnanti, che si sentano in dovere di risolvere problematiche emotive o psicologiche complesse senza la formazione adeguata. Questo può generare ambienti di lavoro più stressanti e aumentare il senso di responsabilità, contribuendo al burnout e alla perdita di motivazione. Inoltre, l’intervento in ambito emotivo richiede competenze specifiche: se un insegnante si improvvisa psicologo, rischia di interpretare erroneamente segnali di disagio, alla lunga compromettendo il benessere degli studenti. Gratteri sottolinea l’importanza di ascoltare gli studenti, ma ribadisce che il ruolo dell’insegnante rimane quello di facilitare l'apprendimento e il percorso di crescita, lasciando le questioni psicologiche agli specialisti qualificati. Questa distinzione è fondamentale per evitare fraintendimenti e assicurare che ogni individuo riceva l’assistenza più appropriata, senza che il corpo docente si venga a trovare sotto un peso eccessivo che potrebbe compromettere anche il suo equilibrio personale e professionale.

L’importanza di delegare e fare rete

Inoltre, è fondamentale riconoscere i propri limiti e capire quando è il momento di coinvolgere figure esterne specializzate. Gratteri sottolinea l'importanza di ascoltare gli studenti senza però assumersi ruoli che competono agli psicologi o ad altri professionisti del settore. La frase “Ascoltate gli studenti, ma non diventate psicologi” evidenzia come il ruolo dell'insegnante sia principalmente quello di supportare e guidare, evitando di sovraccaricarsi con compiti che richiedono formazione specifica. Questo approccio aiuta a prevenire il burnout e a mantenere sana la motivazione nel tempo, considerando che il lavoro degli insegnanti è già di per sé usurante. Creare una rete di collaborazione tra insegnanti, famiglie e servizi sociali permette di condividere responsabilità, rendendo il lavoro meno pesante e più efficace. La collaborazione interdisciplinare non solo offre un supporto più completo agli studenti, ma anche riconosce l’importanza del lavoro di squadra nella gestione di situazioni complesse, contribuendo a preservare il benessere dei docenti e a garantire un ambiente scolastico più sereno e stimolante.

Come applicare il principio di delega in ambito scolastico

Nel contesto scolastico, applicare il principio di delega significa saper affidare alcune responsabilità a figure competenti come i consulenti, gli psicologi o i servizi sociali, garantendo che ogni intervento sia gestito da professionisti qualificati. Gratteri invita gli insegnanti a mantenere il ruolo di educatori e ascoltatori attenti, senza però sovraccaricarsi di compiti che richiedono competenze specialistiche. Ascoltare gli studenti e indirizzarli correttamente, anche tramite la delega, contribuisce a una gestione più efficace delle situazioni delicate, evitando di entrare in aree di intervento che potrebbero essere dannose o non di competenza diretta. Questa strategia permette di preservare la propria salute mentale, riducendo il rischio di burnout, e di focalizzarsi sul ruolo principale di insegnante: promuovere l'apprendimento e lo sviluppo dei giovani in un ambiente equilibrato e di supporto.

Consigli pratici per mantenere i ruoli

Promuovere una comunicazione aperta con i colleghi e con i professionisti esterni permette di affrontare meglio le problematiche complesse. È importante conoscere i limiti del proprio ruolo e saper chiedere supporto quando necessario, senza sentirsi soli di fronte alle difficoltà di studenti e famiglie.

Il lavoro degli insegnanti: un ruolo usurante e complesso

Nicola Gratteri sottolinea come il mestiere di insegnante sia già molto logorante, richiedendo anche un ascolto attento e spesso emotivamente impegnativo. La professione richiede equilibrio, sensibilità e capacità di fare rete, per non disperdere energie preziose e mantenere lo stato di benessere personale e professionale.

Perché gli insegnanti devono ascoltare, ma senza appesantirsi

Ascoltare è una componente essenziale dell’educazione, ma non può sostituire il supporto di professionisti qualificati. Gratteri invita gli insegnanti ad ascoltare con attenzione, ma anche a delegare e collaborare, per tutelare il proprio ruolo e la propria energia.

Qual è l’obiettivo finale?

Il fine primario di ogni docente rimane l’insegnamento, che rappresenta la missione più importante. Prendersi cura degli studenti senza perdere di vista questa priorità aiuta a preservare la motivazione e la professionalità, rispondendo alle esigenze degli alunni con equilibrio e consapevolezza.

Come mantenere la chiarezza tra ascolto e supporto professionale

La capacità di distinguere il momento di ascoltare e quello di riferire a specialisti permette agli insegnanti di affrontare le difficoltà senza sentirsi sopraffatti, mantenendo un punto di vista sano e professionale.

Consiglio finale

Siate ascoltatori attenti, ma non dimenticate mai che la vostra missione principale è formare e guidare. Delegare le situazioni complicate è un segno di responsabilità e rispetto per i ruoli professionali.

FAQs
Gratteri: “Ascoltate gli studenti, ma non perdete di vista il vostro ruolo di insegnanti”

Perché Nicola Gratteri sostiene che gli insegnanti non devono diventare psicologi? +

Gratteri evidenzia che il ruolo dell'insegnante è già usurante e richiede equilibrio, quindi i docenti devono sezionare ascolto e supporto, delegando le questioni psicologiche a professionisti per evitare overload emotivo.

Quali sono i rischi di confondere il ruolo di insegnante con quello di psicologo? +

Può portare a stress, burnout, aspettative eccessive sugli insegnanti e interpretazioni errate dei segnali di disagio, compromettendo il benessere di studenti e docenti.

Come può un insegnante mantenere il proprio ruolo senza sovrapporsi a quello degli psicologi? +

Deve stabilire limiti chiari nelle interazioni, sviluppare competenze di ascolto attivo e indirizzare le problematiche verso figure professionali specializzate quando necessario.

Perché è importante delegare e fare rete nel contesto scolastico? +

Per condividere responsabilità, prevenire il burnout e garantire interventi più efficaci, favorendo un ambiente scolastico equilibrato e di supporto.

Qual è la principale funzione degli insegnanti secondo Gratteri? +

L'insegnante deve facilitare l'apprendimento e la crescita, riservando alle figure specializzate l'assistenza a problematiche emotive o psicologiche complesse.

Come applicare concretamente il principio di delega in classe? +

Affidare le questioni delicate a consulenti, psicologi o servizi sociali, inoltrando gli studenti a figure qualificate e mantenendo il focus sulla didattica.

Quali pratiche consigliate per un docente per mantenere la propria salute mentale? +

Promuovere comunicazione aperta, conoscere i propri limiti e chiedere supporto professionale quando necessario, evitando sovraccarichi emotivi.

In cosa consiste il vero obiettivo degli insegnanti, secondo Gratteri? +

Il vero obiettivo è l'insegnamento, che deve rimanere la priorità, per mantenere motivazione e professionalità nel rapporto con gli studenti.

Come distinguere tra ascolto empatico e supporto professionale? +

L'ascolto empatico aiuta a comprendere, mentre il supporto professionale implica indirizzare gli studenti verso specialisti quando i problemi superano le competenze dell'insegnante.

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