Proposta di Bilancio 2026 e novità sul limite del 5 per mille
La bozza della legge di Bilancio 2026 prevede un importante aumento del limite massimo delle risorse destinate al 5 per mille dell'Irpef. Si passa da 525 milioni a 610 milioni di euro, segnando il primo incremento significativo dal 2013. Questo incremento di circa 85 milioni di euro, pari a circa il 16%, mira a colmare la discrepanza tra le risorse richieste dagli enti benefici e quelle effettivamente percepite.
Lo scopo principale di questa misura è rafforzare la sostenibilità dei progetti sociali, culturali, scientifici e assistenziali finanziati attraverso il 5 per mille, incentivando una maggiore partecipazione dei cittadini e garantendo maggiori risorse.
Funzionamento del tetto del 5 per mille e impatti sugli enti benefici
Quando i contribuenti indicano un ente beneficiario nel modello di dichiarazione dei redditi per il 5 per mille, si applica un limite massimo stabilito dalla legge. Attualmente, tale limite è fissato a 610 milioni di euro. Se le indicazioni superano questa cifra, si verifica un taglio lineare proporzionale che riduce gli importi distribuiti a ciascun ente.
Ad esempio, nel 2024, circa 18 milioni di contribuenti hanno destinato all’incirca 603,9 milioni di euro. Tuttavia, le risorse effettivamente assegnate agli enti sono state circa 525 milioni, poiché circa 79 milioni sono rimasti nelle casse dello Stato. Questa differenza ha determinato una riduzione percentuale del reale importo del 5 per mille, che si è attestato intorno al 4,3 per mille.
Le proiezioni indicano una crescita costante delle somme destinate: si stima che nel 2026 la cifra possa superare i 616 milioni di euro, raggiungendo circa 628 milioni entro il 2028. Se il limite di spesa fosse rimasto invariato a 525 milioni, si sarebbe accentuato lo scostamento positivo tra le risorse richieste e quelle erogate, arrivando a circa 85 milioni nel 2025, 91 milioni nel 2026 e oltre 103 milioni nel 2028.
Vantaggi dell’aumento del limite e prospettive future
- Maggiore stabilità finanziaria per le organizzazioni beneficiarie, che possono pianificare a medio termine senza il rischio di riduzioni improvvise dei fondi.
- Rafforzamento dei progetti di ricerca, assistenza sociale e inclusione, che possono svilupparsi con maggiore sicurezza.
- Aumento della trasparenza e partecipazione dei cittadini nel finanziamento delle attività del Terzo settore.
Nonostante ciò, si evidenzia che questa misura rappresenta un passo parziale. L’obiettivo a lungo termine rimane l’eliminazione totale del limite del 5 per mille, per permettere alle risorse dei contribuenti di essere destinate integralmente agli enti benefici, senza restrizioni di sorta. Questa abolizione non comporterebbe costi aggiuntivi per lo Stato, poiché le risorse sarebbero comunque riconosciute attraverso la quota di IRPEF già ceduta.
Note pratiche e implicazioni
La maggiore previsione di fondi favorisce lo sviluppo di progetti di grande impatto sociale e culturale. Inoltre, favorisce una maggiore partecipazione democratica alle attività del Terzo settore, rafforzando il ruolo delle organizzazioni non profit nella società civile.
In conclusione: un passo avanti per il sostegno al Terzo settore
L’aumento del limite di spesa a 610 milioni di euro rappresenta un segnale positivo per le organizzazioni che si affidano al 5 per mille. Essa permette di migliorare la stabilità finanziaria e di rispondere in modo più efficace alle esigenze sociali e culturali, ponendo le basi per un futuro in cui il sistema di finanziamento diretto sarà più equo e trasparente.
FAQs
Manovra 2026: aumentano i fondi per il 5 per mille, primo rialzo dal 2013
La Manovra 2026 introduce un aumento del tetto massimo delle risorse destinate al 5 per mille dell'Irpef, portandolo a 610 milioni di euro, segnando il primo incremento significativo dal 2013. Questa misura mira a rafforzare la sostenibilità dei progetti sociali e culturali finanziati attraverso questa forma di finanziamento, incentivando una partecipazione più attiva dei cittadini.
L'incremento è stato deciso per colmare il divario tra le risorse richieste dagli enti benefici e quelle effettivamente percepite, favorendo una maggiore stabilità finanziaria dei progetti e incentivando la partecipazione dei cittadini al finanziamento del Terzo settore.
Il limite massimo stabilito dalla legge è di 610 milioni di euro. Se le indicazioni superano questa cifra, si applica un taglio lineare proporzionale che riduce gli importi distribuiti agli enti benefici, garantendo comunque una distribuzione equa delle risorse.
Nel 2024, con circa 603,9 milioni di euro donati, le risorse assegnate agli enti sono state circa 525 milioni, poiché circa 79 milioni sono rimasti nelle casse dello Stato, determinando una riduzione del 4,3 per mille rispetto alla cifra teorica.
Le proiezioni indicano una crescita costante, con una previsione di superare i 616 milioni di euro nel 2026 e raggiungere circa 628 milioni entro il 2028. Questo aumento continuo aiuta a ridurre lo scarto tra richieste e risorse disponibili.
L'aumento garantisce maggiore stabilità finanziaria alle organizzazioni beneficiarie, permette di sviluppare progetti di ricerca, assistenza e inclusione con maggiore sicurezza, e rafforza la trasparenza e la partecipazione dei cittadini nel finanziamento del Terzo settore.
L'obiettivo a lungo termine è l'eliminazione totale del limite, affinché i contribuenti possano destinare integralmente le proprie risorse agli enti benefici senza restrizioni, senza costi aggiuntivi per lo Stato, poiché tali risorse sarebbero comunque finanziate tramite la quota di IRPEF già versata.
L'incremento dei fondi favorisce lo sviluppo di progetti sociali e culturali di grande impatto, promuove una partecipazione democratica più ampia e rafforza il ruolo delle organizzazioni non profit nella società civile, migliorando l'efficacia delle attività di supporto.
L'aumento del limite a 610 milioni di euro rappresenta un messaggio positivo, migliorando la stabilità finanziaria delle organizzazioni e consentendo di rispondere più efficacemente alle esigenze sociali e culturali, contribuendo a un sistema di finanziamento più equo e trasparente.