La sentenza e le motivazioni principali
Il **Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio** ha recentemente respinto il ricorso di numerosi lavoratori del settore scolastico, confermando la validità dell'obbligo vaccinale Covid-19 imposto dal Ministero dell'Istruzione. La decisione, contenuta nella sentenza n. 16802/2025 del 29 settembre, ha sancito che la nota ministeriale n. 1337 del dicembre 2021, relativa ai controlli semplificati sullo stato vaccinale di docenti e personale ATA, è conforme alla legge ed è assolutamente legittima.
I giudici si sono basati sui principi costituzionali fondamentali, facendo riferimento alle recenti sentenze della Corte Costituzionale n. 14 e 15 del 2023. In particolare, hanno evidenziato come l'obbligo vaccinale si inserisca nel principio di solidarietà previsto dalla Costituzione italiana, sottolineando che il diritto alla salute individuale può essere limitato in nome del bene collettivo, nel rispetto della solidarietà che lega i membri di una comunità.
Valutazione del rischio e ruolo del legislatore
Il tribunale ha sottolineato che il rischio di eventi avversi, anche gravi, legati alla vaccinazione non può rendere illegittimo l'obbligo sanitario. Finché la scienza medica non sarà in grado di garantirne l'eliminazione totale, questa misura rimane nella discrezionalità del legislatore, che deve esercitare questa facoltà in modo equilibrato e responsabile.
Note sulla proporzionalità delle misure e le sanzioni
Il giudice ha enfatizzato come la sospensione dal lavoro senza implicazioni disciplinari rappresenti una misura proporzionata, adottata in funzione dello stato di emergenza sanitaria. La durata dell'obbligo vaccinale è stata modulata nel tempo in base all'andamento epidemiologico, garantendo così una certa flessibilità.
Per quanto riguarda la retribuzione dei lavoratori sospesi, il tribunale ha confermato che la mancata corresponsione dello stipendio sia legittima, dato che questa scelta dipende dalla volontà del singolo e che, temporaneamente, le condizioni di lavoro possono subire modifiche senza obbligo di provvedimenti assistenziali da parte del datore di lavoro.
Privacy e tutela dei dati personali
In merito alle accuse di violazione della privacy, il TAR ha chiarito che la normativa vigente consente alle autorità pubbliche di richiedere i dati relativi allo stato vaccinale, con un bilanciamento tra la tutela della riservatezza e quella della salute pubblica. La legittimità di tali richieste è stata dunque confermata.
Situazione dei ricorsi e posizione dell’ANIEF
Il tribunale ha dichiarato improcedibile il ricorso di alcuni ricorrenti che avevano ritirato le domande, e ha estinto il procedimento per altri, in relazione alle sanzioni amministrative pecuniarie già annullate per effetto della Legge n. 15/2025. L'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (ANIEF) ha visto il ricorso dichiarato inammissibile, poiché ha ritenuto che gli interessi dei lavoratori non vaccinati differiscano da quelli degli altri colleghi.
**In sintesi**, la sentenza del TAR Lazio rappresenta una conferma robusta del principio di liceità dell'obbligo vaccinale Covid-19 nel settore scolastico, sottolineando come la tutela della salute pubblica e la sicurezza dei lavoratori siano prioritarie nel quadro legislativo e costituzionale italiano.
Domande frequenti (FAQ) sull'obbligo vaccinale Covid-19 e la sentenza del TAR Lazio
Il TAR Lazio ha confermato la legittimità dell'obbligo vaccinale Covid-19 per docenti e personale ATA, respingendo i ricorsi presentati e sancendo la conformità della normativa ministeriale alle leggi vigenti.
I giudici hanno fatto riferimento ai principi di solidarietà e tutela della salute, fondamentali nella Costituzione italiana, sostenendo che l'obbligo vaccinale si inserisce nel rispetto del bene collettivo.
Il tribunale ha evidenziato che, finché la scienza medica non potrà eliminare completamente i rischi associati alla vaccinazione, l'obbligo rimane una misura discrezionale del legislatore, equilibrata e responsabile.
Il giudice ha ritenuto proporzionata la sospensione dal lavoro senza implicazioni disciplinari, considerando l'emergenza sanitaria e la flessibilità nel temporizzare l'obbligo vaccinale.
La sentenza conferma che la mancata corresponsione dello stipendio durante la sospensione è legittima, considerando che la decisione dipende dalla volontà del lavoratore e la condizione può variare senza dover adottare provvedimenti assistenziali specifici.
Il TAR ha chiarito che la normativa consente alle autorità di richiedere i dati vaccinali, bilanciando correttamente la tutela della privacy con quella della salute pubblica, e che la richiesta è legittima.
Alcuni ricorsi sono stati dichiarati improcedibili o estinti, con le sanzioni già annullate, mentre altri risultano ancora pendenti. La posizione dell'ANIEF è di ritenere le cause infondate.
La Legge n. 15/2025 ha portato all'estinzione di alcune controversie riguardanti sanzioni amministrative, influenzando positivamente le decisioni del TAR in tal senso.
La sentenza rappresenta una forte conferma della liceità dell'obbligo vaccinale, riconoscendo che la tutela della salute pubblica e la sicurezza dei lavoratori sono prioritarie nel contesto legislativo e costituzionale italiano.