Il 4 novembre 2025, tutto il personale scolastico si fermerà in occasione di uno sciopero nazionale promosso da sindacati indipendenti. La manifestazione mira a evidenziare le criticità del sistema educativo, chiedendo riforme su concorsi, salari e stabilità lavorativa. L’evento coinvolge docenti, dirigenti e personale ATA, e si propone di mettere in discussione le politiche attuali del settore.
- Chiarezza sulle richieste di riforma del sistema scolastico
 - Sciopero generale per promuovere il cambiamento
 - Coinvolgimento di tutta la comunità scolastica e dei movimenti sociali
 
Presentazione e motivazioni dello sciopero
Presentazione e motivazioni dello sciopero
L'iniziativa di protesta, proclamata dal Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente (SISA), mira a far luce sulle criticità strutturali del sistema scolastico italiano. L’azione nazionale prevede l’astensione dal lavoro di dirigenti scolastici, docenti e personale Ata, per un'intera giornata, e si incentra su tematiche fondamentali quali le condizioni di lavoro, le politiche di reclutamento e la sostenibilità del settore. La comunicazione ufficiale, datata 29 ottobre 2025, sottolinea l’urgenza di interventi che affrontino le problematiche più pressanti.
Le motivazioni principali alla base dello sciopero del 4 novembre riguardano innanzitutto il contestato concorso per dirigenti scolastici, che molti considerano iniquo e poco trasparente, e che rischia di aggravare la situazione di instabilità e precarietà nel management delle scuole. Inoltre, si evidenziano le elevate preoccupazioni circa gli stipendi troppo bassi e la crescente problematica del precariato, che coinvolge un numero consistente di docenti e personale ATA in attesa di stabilizzazioni e riconoscimenti professionali. Le condizioni di lavoro spesso deficit di risorse e supporto adeguati, insieme alla mancanza di opportunità di crescita, alimentano il senso di insoddisfazione tra il personale scolastico. La mobilitazione mira quindi a chiedere interventi strutturali volti a migliorare le condizioni di lavoro, garantire un reclutamento più equo e superare le criticità di un settore fondamentale per il futuro del Paese. Questa protesta si inserisce in un quadro più ampio di battaglie sindacali contro le politiche di restrizione e le riforme percepite come dannose per il sistema scolastico pubblico.
Motivazioni principali
Motivazioni principali
Lo sciopero scuola il 4 novembre si basa su diverse motivazioni che evidenziano le criticità del sistema scolastico italiano. Uno dei punti principali riguarda le condizioni salariali, considerate inadeguate rispetto alle responsabilità e agli impegni richiesti agli insegnanti e al personale scolastico. La mancanza di stipendi dignitosi contribuisce a generare insoddisfazione e percezione di insicurezza tra gli operatori del settore.
Un'altra motivazione significativa riguarda le modalità di assunzione e reclutamento, ritenute poco trasparenti e inefficienti. La selezione per le posizioni di dirigente scolastico e per altre figure chiave spesso si svolge attraverso procedure complesse e talvolta soggette a contestazioni, che non favoriscono la meritocrazia e la trasparenza. Questo sistema alimenta il precariato e il turnover elevato, con conseguenze negative sulla qualità dell'insegnamento e sulla continuità didattica.
Inoltre, il dissenso riguarda la gestione complessiva delle risorse umane nel settore pubblico scolastico, che spesso non tiene conto delle esigenze del personale e delle realipressioni di lavoro. La situazione si aggrava in presenza di un precariato diffuso, che limita la stabilità del dossier e la possibilità di pianificare un percorso di carriera chiaro e soddisfacente.
Le richieste dei sindacati mirano a contrastare queste problematiche, proponendo riforme strutturali che possano migliorare le condizioni di lavoro e garantire un sistema scolastico più efficiente, equo e motivato. Queste motivazioni si inseriscono in un contesto di crescente insoddisfazione tra gli insegnanti e gli operatori scolastici, determinato dall’assenza di riforme profonde e dalla continua precarizzazione del settore.
Unificazione delle figure professionali
Un'importante proposta emersa durante lo sciopero scuola il 4 novembre riguarda l’unificazione delle figure professionali all’interno del settore educativo. Attualmente, le diverse figure come insegnanti, educatori e professori hanno contratti, stipendi e percorsi di carriera spesso discordanti, creando disparità e ostacolando una gestione efficiente delle risorse umane. Per contrastare queste problematiche, si propone la creazione di un ruolo unico per i docenti, che possa semplificare e uniformare le modalità di assunzione, progressione e retribuzione. Questa misura mira a favorire un ambiente lavorativo più equo e trasparente, eliminando le discriminazioni legate a specifici comparti o livelli di insegnamento. Inoltre, si sottolinea la necessità di standardizzare gli orari di lavoro e le retribuzioni, garantendo un trattamento equo tra docenti di diverse discipline e livelli di istruzione. Per far fronte alle attuali esigenze economiche e al calo del potere d'acquisto, si suggerisce anche un aumento delle retribuzioni pari almeno al 20%. Tale incremento mira a valorizzare la professione docente e a migliorare le condizioni di lavoro, favorendo la stabilità e la motivazione del personale educativo. Infine, l’unificazione delle figure professionali potrebbe facilitare anche la gestione amministrativa e l’organizzazione delle risorse scolastiche, contribuendo a un sistema più coeso e efficiente.
Assunzioni e stipendi
La protesta del 4 novembre nasce dalla forte insoddisfazione riguardo alle retribuzioni attuali, considerate insufficienti rispetto alle responsabilità e alle esigenze del settore scolastico. I docenti e il personale ATA chiedono quindi aumenti salariali concreti e sostenibili, volti a contrastare il fenomeno del precariato e ad incentivare i giovani a intraprendere una carriera nell'istruzione. Inoltre, la mobilitazione si oppone al concorso per dirigenti, ritenuto un passo che potrebbe creare ulteriori disparità e insicurezze nella gestione delle scuole. La richiesta è di un'adeguata valorizzazione del personale attraverso stipendi più elevati, benefit più consistenti e un sistema di assunzioni più trasparente e meritocratico, volta a rafforzare la qualità dell'offerta educativa.
Altre rivendicazioni
Tra le altre richieste: l’introduzione di corsi di lingue straniere (arabo, russo, cinese) nelle scuole superiori, pensionamenti anticipati per soggetti con invalidità e qualifiche specifiche e un impegno istituzionale per le cause ambientali e climatiche, sostenendo gli obiettivi dei movimenti giovanili e della lotta al cambiamento climate.
Contestualizzazione e obiettivi dello sciopero
Lo sciopero del 4 novembre si inserisce in un quadro di proteste più ampio, volto a contrastare le condizioni di lavoro precarie e la crescente precarietà nel settore scolastico. La mobilitazione intende denunciare le modalità di reclutamento inadeguate e le politiche salariali insufficienti, puntando a riforme profonde che possano garantire stabilità, equità e qualità dell’istruzione pubblica.
Una richiesta di cambiamento
Le organizzazioni sindacali chiedono riforme concrete e urgenti, per migliorare le condizioni di lavoro e di vita di tutti gli operatori scolastici, riflettendo sulle esigenze di un settore essenziale per il futuro del paese.
SCADENZA
La proclamazione dello sciopero è valida per l’intera giornata del 4 novembre 2025.
DESTINATARI
- Dirigenti scolastici
 - Docenti
 - Personale ATA (Assistenti Tecnici Amministrativi)
 
MODALITÀ
L’astensione dal lavoro sarà totale per tutta la giornata, coinvolgendo tutte le scuole del territorio nazionale.
COSTO
Nessun costo diretto è associato alla partecipazione allo sciopero.
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Approfondisci quiFAQs 
 Sciopero scuola il 4 novembre: protesta contro concorso dirigenti, stipendi bassi e precariato
                            Lo sciopero mira a protestare contro concorso iniquo, bassi stipendi e condizioni di precariato, chiedendo riforme urgenti per il settore scolastico italiano.
Le motivazioni principali sono il rifiuto del concorso per dirigenti scolastici, stipendi troppo bassi, precariato diffuso e mancanza di condizioni di lavoro adeguate.
Chiedono riforme su concorsi, stipendi dignitosi, stabilizzazione del personale e una gestione più trasparente delle assunzioni nel sistema scolastico.
Viene considerato iniquo e poco trasparente, contribuendo a mettere in crisi la stabilità gestionale delle scuole e alimentando il precariato.
Richiedono aumenti salariali almeno del 20%, sistemi di assunzione più trasparenti e meritocratici, e una stabilizzazione del personale precario.
Si propone di creare un ruolo unico per docenti, educatori e professori, semplificando assunzioni, progressioni di carriera e retribuzioni, riducendo disparità e favoritismi.
Chiedono l'introduzione di corsi di lingue straniere, pensionamenti anticipati per soggetti con invalidità e azioni per sostenere le cause ambientali.
Perché mira a contrastare il precariato, le politiche salariali inadeguate e a promuovere stabilità e qualità dell'istruzione pubblica.
L’astensione sarà totale, coinvolgendo tutti gli istituti scolastici del territorio nazionale, senza costi per i partecipanti.