Il percorso di studi di una studentessa con Disturbi Specifici dell'Apprendimento
Deborah, giovane siciliana di 24 anni, ha affrontato con determinazione il suo percorso universitario, laureandosi in Infermieristica presso l’Università "Sapienza" di Roma. Nelle giornate del 22 e 23 settembre, ha superato gli esami finali, ottenendo non solo il diploma di laurea, ma anche l’abilitazione professionale pensando alle sfide dei studenti con DSA.
Le sfide quotidiane degli studenti con DSA durante il cammino accademico
Da sempre, Deborah convive con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), affrontandoli con tenacia e con il sostegno delle figure di riferimento, in particolare di sua madre, che ha rappresentato il suo spalla nel percorso di crescita. Ricorda con affetto i momenti in cui le mani che cancellavano le lavagne alle elementari le permettevano di recuperare il tempo perso, grazie anche all’utilizzo di mappe cognitive e strategie alternative.
I ricordi più incisivi: tra dislessia e supporti didattici
- Il ricordo dei 6 dislessici: una percezione rivista come un 8 scritto con il numero sbagliato, grazie all’uso di mappe e schemi.
- Le mani che cancellavano rapidamente le scritte alla lavagna, gesto che le permise di rimanere al passo durante le lezioni.
- Le difficoltà nel affrontare formule e contenuti complessi all’università, spesso senza supporti visivi, ma con il prezioso aiuto di insegnanti e colleghi comprensivi.
Il supporto istituzionale e le strategie di inclusione
Nel contesto scolastico, Deborah ha potuto usufruire di piani didattici personalizzati (PdP) che le hanno consentito di raggiungere gli obiettivi di apprendimento. All’università, ha trovato servizi come i tempi supplementari e la possibilità di suddividere gli esami, anche se mancano ancora strumenti standardizzati come il PDP completo, che potrebbe favorire ancora di più l’inclusione.
Il contributo delle storie di vita e la ricerca di un futuro più inclusivo
La tesi di laurea di Deborah, intitolata "Soggetti DSA: studio per un approccio formativo-inclusivo", raccoglie testimonianze di studenti con DSA in ambito infermieristico e sottolinea l’importanza di una maggiore sensibilizzazione e di misure efficaci di supporto, riconoscendo che il successo formativo non è un ostacolo insormontabile.
Pur apprezzando la legge 170/2010, che tutela gli studenti con DSA, Deborah auspica una riforma universitaria che introduca strumenti come il PDP, già presenti nelle scuole, per favorire un ambiente di studi più equo e accessibile per tutti.
Con la sua esperienza e il suo esempio, Deborah desidera trasmettere un messaggio di speranza e di lotta ai pregiudizi, sottolineando che le difficoltà legate ai DSA possono diventare opportunità di crescita e di innovazione culturale nel mondo del lavoro e nella società.
Deborah ricorda con un sorriso i momenti in cui le mani che cancellavano rapidamente le scritte sulla lavagna le permettevano di recuperare il tempo perso, e i suoi ricordi più incisivi riguardano i «6 dislessici», percepiti come un «8 scritto con il numero sbagliato», grazie all’utilizzo di mappe cognitive e schemi che le aiutavano a comprendere e memorizzare meglio le informazioni.
Deborah evidenzia che, mentre all’università sono disponibili strumenti come i tempi supplementari e la suddivisione degli esami, manca ancora un “Piano Didattico Personalizzato” (PDP) completo, strumenti fondamentali per garantire un’inclusione reale e un ambiente di studio più equo e accessibile per tutti gli studenti con DSA.
Deborah ha sempre potuto contare sul sostegno della propria famiglia, in particolare di sua madre, che è stata il suo punto di riferimento e la sua “spalla” durante tutto il percorso, aiutandola ad affrontare le difficoltà con strategie alternative e con il supporto di strumenti didattici personalizzati.
Nonostante le sfide legate ai DSA, Deborah ha superato gli esami finali con determinazione, grazie al supporto di strumenti come i piani didattici personalizzati, servizi universitari dedicati e la collaborazione di insegnanti e colleghi comprensivi, dimostrando che con la giusta strategia è possibile raggiungere il traguardo della laurea.
Deborah desidera trasmettere un messaggio di speranza e di lotta ai pregiudizi, sottolineando che le difficoltà legate ai DSA possono essere opportunità di crescita e di innovazione culturale sia nel mondo scolastico che nel contesto lavorativo.
La legge 170/2010 tutela gli studenti con DSA, ma Deborah sottolinea che manca ancora uno strumento completo come il PDP anche all’università, che permetterebbe di creare un ambiente più inclusivo e accessibile per tutti gli studenti con bisogni educativi speciali.
Le strategie didattiche sono state adattate attraverso l’uso di mappe cognitive, schemi visivi e piani personalizzati, che hanno reso possibile a Deborah di comprendere formule complesse e contenuti difficili, anche senza supporti tradizionali, valorizzando sempre il ruolo di insegnanti e colleghi.
Deborah ha usufruito di piani didattici personalizzati, tempi supplementari per gli esami, suddivisione delle prove e l’utilizzo di mappe cognitive, schemi visivi e strategie alternative che le hanno permesso di affrontare con successo il percorso universitario.
La storia di Deborah dimostra che, con determinazione, il giusto supporto e strumenti adeguati, è possibile superare le barriere e raggiungere grandi risultati, ispirando altri studenti con DSA a non mollare e a credere nelle proprie capacità.
Deborah utilizza la sua esperienza per sensibilizzare sulla realtà dei DSA, sottolineando l’importanza di strumenti come il PDP e di una cultura più inclusiva, per permettere a tutti di accedere a un’istruzione di qualità senza barriere.