Nel secondo trimestre del 2025, il fenomeno NEET tra i giovani italiani ha mostrato una riduzione complessiva, raggiungendo il 14,5%. Tuttavia, si evidenzia un ampliamento del divario di genere e delle disparità regionali, con un calo numerico di circa 251.000 giovani rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa dinamica riguarda principalmente le differenze tra uomini e donne e tra Nord e Sud, evidenziando criticità di lungo termine nel mercato del lavoro e nell’istruzione giovanile.
Andamento generale del fenomeno NEET nel secondo trimestre 2025
Il trend generale del fenomeno NEET nel secondo trimestre del 2025 mostra un netto miglioramento rispetto all’anno precedente, con il tasso che si attesta al 14,5%. Questa diminuzione rappresenta circa 251.000 giovani in meno tra la popolazione di età compresa tra 15 e 34 anni, rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, questa tendenza positiva presenta alcune criticità che meritano attenzione. In primo luogo, il divario di genere si è ampliato: le donne NEET sono ancora più numerose rispetto agli uomini, e la differenza tra i due sessi si è accentuata, contribuendo ad aumentare le disuguaglianze nel mercato del lavoro giovanile. Inoltre, l’analisi per fasce d’età rivela come la diminuzione del tasso NEET sia maggiormente evidente tra i 20-24 anni, ma la situazione rimane critica negli estremi più giovani e più anziani della fascia di età considerata. Persistono sfide significative legate alla partecipazione dei giovani al mondo dello studio e del lavoro, in presenza di disparità di genere e di un mercato del lavoro ancora in fase di ripresa. La riduzione del tasso NEET rappresenta comunque un passo avanti, anche se il quadro complessivo richiede interventi strutturali per favorire un’inclusione più equa e sostenibile di tutti i giovani nel sistema lavorativo e formativo.
Progressi e criticità regionali
Il progresso a livello regionale nel ridurre la quota di giovani NEET si riflette in un calo complessivo del tasso al 14,5% nel secondo trimestre del 2025, con una significativa riduzione rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questo miglioramento non è uniforme su tutto il territorio nazionale. In particolare, se da un lato alcune regioni del Nord-Est e del Centro mostrano segnali positivi e progressi evidenti, altre aree, soprattutto nel Mezzogiorno, continuano a presentare quote elevatissime di NEET, tuttora superiori al 20%. Questa disparità evidenzia come le politiche di supporto e le iniziative mirate abbiano bisogno di essere rafforzate nel Sud per produrre risultati equilibrati su tutto il territorio. Un elemento di preoccupazione riguarda il crescente divario di genere: infatti, non solo il tasso complessivo si riduce, ma si evidenzia anche un aumento del divario tra uomini e donne, con un’ulteriore differenza di circa 251.000 giovani rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa dinamica suggerisce che le misure attuate stanno avvantaggiando maggiormente un genere rispetto all’altro, rendendo ancora più urgente l’adozione di interventi specifici per promuovere l’occupazione e l’istruzione femminile. La combinazione di questi fattori sottolinea come il problema dei NEET sia complesso e richieda un approccio integrato che tenga conto delle variabili territoriali e di genere, con politiche mirate a ridurre le disuguaglianze e favorire un reale recupero dell’occupabilità tra i giovani identificate come a rischio di esclusione sociale e lavorativa.
Il divario di genere si allarga nonostante la diminuzione complessiva
Nonostante il miglioramento complessivo nel mercato del lavoro per i giovani, con il tasso NEET 15-34 anni che scende al 14,5% nel secondo trimestre 2025, il divario di genere continua ad ampliarsi, indicando che le dinamiche di occupazione e inattività interessano in modo diverso uomini e donne. In particolare, si registra una diminuzione di circa 251mila giovani inattivi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma questa riduzione non è uniforme tra i generi. Le donne, che avevano un tasso NEET del 19,8% in passato, sono ora al 18,1%, mentre gli uomini sono passati dall’13,7% all’11,2%. Questo fenomeno suggerisce che le politiche di inserimento lavorativo e formazione potrebbero non essere sufficientemente mirate a ridurre le disuguaglianze di genere. La disparità si manifesta in modo più evidente tra i giovani con basso livello di istruzione, poiché spesso questa loro condizione diventa un ulteriore ostacolo all’accesso ai percorsi di occupazione e formazione. Inoltre, le maggiori responsabilità familiari e sociali tendono a influenzare le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro delle giovani donne, contribuendo a mantenere o allargarne il divario rispetto agli uomini. Questi dati evidenziano la necessità di interventi specifici e mirati per sostenere l’inclusione di tutte le giovani generazioni, promuovendo un equilibrio di opportunità tra i generi.
Fattori di differenza di genere e motivazioni
Il divario di genere nei tassi NEET riflette differenze profonde nelle motivazioni e nelle aspettative sociali. Le motivazioni familiari sono un fattore determinante: molte donne rinunciano alla ricerca di occupazione o formazione per prendere cura di familiari o per ragioni legate alla gestione domestica, soprattutto tra i 25 e i 29 anni. Questa situazione contribuisce ad ampliare la disparità di genere nel mercato del lavoro e nella partecipazione educativa. D'altra parte, gli uomini tendono a lasciare o non intraprendere percorsi formativi o lavorativi per motivi diversi, come incertezze economiche o mancanza di opportunità. La crescente differenza di motivazioni e di atteggiamenti tra i generi sottolinea l'importanza di politiche mirate che favoriscano l'inclusione e l'empowerment femminile, riducendo le barriere culturali e sociali che ostacolano la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e nel percorso formativo.
Implicazioni di politica e sociale
Questi dati sottolineano la necessità di politiche integrate che affrontino sia le disparità di genere che le differenze regionali, promuovendo inclusione e opportunità per tutti i giovani, al fine di ridurre le marginalizzazioni e favorire un inserimento più equo nel mondo del lavoro e dell’istruzione.
Informazioni utili sulle politiche NEET
- Destinatari: Giovani 15-34 anni in condizione di NEET
- Modalità: Programmi di inserimento lavorativo, formazione e supporto sociale
- Link: Bandi e Concorso NEET 2025
FAQs
Il tasso NEET 15-34 anni in Italia diminuisce nel secondo trimestre 2025, ma il divario di genere si amplifica: 251mila giovani in meno rispetto al 2024
Il tasso NEET è sceso al 14,5%, con circa 251.000 giovani in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando un miglioramento generale.
Perché le promozioni e le politiche di inserimento lavorativo sembrano favorire maggiormente gli uomini, mentre le donne continuano a dover affrontare maggiori responsabilità familiari e sociali.
Le regioni del Nord-Est e del Centro mostrano progressi, mentre il Mezzogiorno mantiene quote NEET superiori al 20%, evidenziando disparità territoriali.
Le responsabilità familiari, soprattutto tra i 25-29 anni, e le differenze sociali contribuiscono a mantenere o ampliare il divario di genere nel mercato del lavoro e nell’istruzione.
Le motivazioni familiari e sociali, come la cura dei familiari, influenzano maggiormente le donne, mentre gli uomini spesso sono motivati da incertezze economiche e mancanza di opportunità.
È urgente adottare politiche integrate che affrontino le disparità di genere e territoriali, favorendo un’occupabilità più equa e sostenibile per tutti i giovani.
La diminuzione del tasso NEET è più evidente tra i 20-24 anni, mentre le fasce più giovani e più anziane continuano ad avere situazioni critiche, richiedendo interventi specifici.
Le politiche attuali hanno contribuito a una riduzione del tasso NEET, ma il divario di genere e regionale richiedono strategie più mirate e strutturali.
Le principali sfide sono ridurre le disparità di genere e territoriali, promuovere l’occupazione sostenibile e favorire l’accesso all’istruzione per tutti i giovani.