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La Cgil si oppone all’unità sindacale e conferma lo sciopero del 12 dicembre: COBAS e sindacalismo di base sostengono quello del 28 novembre

Cartello con scritta ON STRIKE (in sciopero) durante una manifestazione sindacale, simbolo di protesta e dissenso nel mondo del lavoro.
Fonte immagine: Foto di Martin Lopez su Pexels

Chi: Cgil, COBAS e sindacalismo di base
Cosa: posizione riguardante gli scioperi del 12 e 28 novembre 2023
Quando: novembre e dicembre 2023
Dove: Italia, in occasione di manifestazioni e mobilitazioni sindacali
Perché: contrastare le politiche del governo Meloni e promuovere iniziative di protesta condivise o separate

Contesto e differenze tra gli scioperi del 12 e 28 novembre

Il contesto degli scioperi del 12 e 28 novembre 2023 evidenzia chiaramente le diverse visioni e strategie adottate dai vari soggetti sindacali rispetto alle proteste contro le politiche del governo Meloni. Mentre il 28 novembre rappresentava un momento di forte mobilitazione collettiva promossa da COBAS e da altri sindacalismi di base, che si sono impegnati in un’azione unitaria con un obiettivo condiviso, la decisione della Cgil di non aderire a questa data ha generato discussioni e divisioni nel mondo sindacale. La Cgil ha infatti optato per uno sciopero autonomo, programmato per il 12 dicembre, che non ha coinvolto con i medesimi livelli di coordinamento gli altri attori sociali, sottolineando una differenza di approccio. Questa scelta ha più che altro evidenziato le tensioni interne al movimento sindacale, con alcuni delusi che auspicano una maggiore unità per rafforzare la voce dei lavoratori, mentre altri preferiscono mantenere un’azione indipendente. La distinzione tra le due date, quindi, non riguarda solo la tempistica, ma anche la portata politica e strategica delle proteste, contribuendo a definire il quadro complesso delle relazioni sindacali nel panorama europeo di oggi.

Il ruolo dell’unità nel movimento sindacale italiano nel 2023

Il ruolo dell’unità nel movimento sindacale italiano nel 2023 è stato al centro di un intenso dibattito e di continue trasformazioni. La decisione della Cgil di rifiutare l’unità con altri sindacati e di procedere con lo sciopero del 12 dicembre ha evidenziato una volontà di mantenere un percorso autonomo e deciso sulla gestione delle questioni principali, come salari, contratti e tutela dei diritti dei lavoratori. Questa scelta ha suscitato discussioni e divisioni tra i vari attori del panorama sindacale, rafforzando le differenze tra le sigle di maggiori dimensioni e i sindacalismi di base, come i COBAS, che hanno confermato invece la loro mobilitazione già annunciata per il 28 novembre. La coerenza di queste posizioni sottolinea come le differenze di visione e di strategie siano ancora evidenti, ma anche come ci siano punti di convergenza, specialmente sulla volontà di difendere i diritti dei lavoratori più vulnerabili e sui principi di autonomia e di rappresentanza alternativa. In questo contesto, l'unità non si misura più solamente in termini di unificazione formale, quanto piuttosto nella capacità di mantenere una coerenza tra le proprie posizioni e di rafforzare l'azione collettiva su temi condivisi, anche in presenza di nette differenze strategiche. La storica tensione tra le sigle maggiori e i movimenti di base continuerà a influenzare il panorama sindacale, ma il 2023 testimonia una volontà di dialogo e di confronto che potrebbe portare a nuove forme di collaborazione, volte a rafforzare la rappresentanza dei lavoratori in un contesto sociale in evoluzione.

Gli elementi di rottura e le scelte unilaterali della Cgil

Questa decisione segna un elemento di rottura rispetto alla tradizione di unità e coordinamento che aveva caratterizzato gli sforzi sindacali degli ultimi anni. La Cgil, infatti, ha scelto di procedere con uno sciopero unilaterale, senza accordi preventivi con le altre sigle sindacali, come la Cisl e la Uil, e senza un consenso più ampio tra i lavoratori e le altre forze sociali. Questa mossa è stata interpretata come una volontà di assumere una posizione più autonomista, che tuttavia rischia di indebolire la possibilità di una protesta condivisa e di un’azione politica efficace contro le misure contenute nella legge di bilancio. La scelta non solo ha suscitato critiche interne ed esterne, ma ha anche accentuato le tensioni tra le diverse aree del movimento sindacale, evidenziando un approccio più conflittuale rispetto a quello unificante dei mesi scorsi. La conferma di questa linea unilaterale si è vista anche nel sostegno dato dai COBAS e dal sindacalismo di base allo sciopero del 28 novembre, dimostrando come la frammentazione continui a contraddistinguere il panorama sindacale italiano. Questa situazione alimenta una dinamica di isolamento che potrebbe indebolire la capacità del movimento sindacale di influire efficacemente sulle scelte politiche e sociali, contribuendo a un quadro di crescente divisione tra le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori.

La posizione dei sindacalismi di base e le reazioni sociali

La posizione dei sindacalismi di base, tra cui i COBAS, si distingue chiaramente da quella delle organizzazioni più tradizionali come la Cgil. Mentre quest’ultima ha deciso di rifiutare l’unità e di non partecipare allo sciopero del 12 dicembre, i sindacalismi di base e alcuni movimenti sociali hanno confermato la loro adesione a quello del 28 novembre, rafforzando così la loro volontà di mantenere vive le spinte di protesta indipendenti e critiche. Questa presa di posizione evidenzia una divisione significativa all’interno del movimento sindacale, con alcune forze che privilegiano l’autonomia e la lotta unitaria, e altre che preferiscono manifestazioni più autoconvocate, spesso caratterizzate da un approccio più radicale. La reazione sociale a questa frammentazione è mista: mentre alcuni cittadini apprezzano il rischio di mantenere viva la protesta attraverso iniziative autonome, altri temono che la mancanza di un’azione unitaria possa diminuire l’impatto delle rivendicazioni. In ogni caso, i sindacalismi di base continuano a ricoprire un ruolo di rilievo, cercando di mantenere l’attenzione pubblica sui temi chiave e di saldare le loro azioni a un coinvolgimento più ampio della società civile. La loro posizione evidenzia la volontà di non essere relegati a semplici strumenti di pressione, ma di affermare un proprio spazio di rappresentanza indipendente rispetto alla linea delle grandi organizzazioni tradizionali.

Prospettive e future iniziative delle forze sociali

Le manifestazioni e le mobilitazioni che seguiranno si annunciano cruciali per il futuro del movimento sindacale e sociale in Italia. Si attendono comunicazioni ufficiali sulle iniziative territoriali, con la speranza che l’unità tra sindacalismo di base e altre forze possa migliorare e rafforzare la protesta contro le politiche di governo.

Prossime azioni e convocazioni

  • Destinatari: lavoratori, studenti, cittadini, movimenti sociali
  • Modalità: manifestazioni, sit-in, scioperi locali e nazionali
  • Scadenze: comunicazioni ufficiali a breve

Link: Dettagli e aggiornamenti

FAQs
La Cgil si oppone all’unità sindacale e conferma lo sciopero del 12 dicembre: COBAS e sindacalismo di base sostengono quello del 28 novembre

Perché la Cgil ha deciso di fare uno sciopero autonomo il 12 dicembre 2023? +

La Cgil ha scelto di procedere con uno sciopero autonomo per mantenere un percorso indipendente e deciso sulla gestione delle questioni principali, senza accordi preventivi con altre sigle.

Qual è la posizione di COBAS e sindacalismo di base rispetto allo sciopero del 28 novembre 2023? +

COBAS e sindacalismo di base hanno confermato la loro adesione allo sciopero del 28 novembre 2023, sostenendo un'azione unitaria e indipendente rispetto alla decisione della Cgil.

Quali sono le principali differenze tra gli scioperi del 12 e 28 novembre 2023? +

Il 28 novembre rappresentava una mobilitazione unitaria promossa da COBAS e altri sindacalismi di base, mentre il 12 dicembre sarà uno sciopero autonomo della Cgil, segnando approcci strategici e politici differenti.

Come influirà la scelta della Cgil di non aderire all’unità sulla protesta nel 2023? +

La decisione di non aderire all’unità rischia di frammentare ulteriormente il movimento sindacale e indebolire la pressione collettiva contro le politiche del governo, creando divisioni strategiche tra le sigle.

Qual è la posizione dei sindacalismi di base riguardo alla protesta del 28 novembre 2023? +

I sindacalismi di base, tra cui COBAS, hanno confermato la loro adesione allo sciopero del 28 novembre, sostenendo la loro autonomia e l'azione di protesta indipendente.

Quali sono le reazioni sociali alla frammentazione tra sindacati nel 2023? +

Le reazioni sono variegate: alcuni apprezzano la protesta autonoma, altri temono che la frammentazione riduca l'impatto delle rivendicazioni, mantenendo comunque centrale il ruolo dei sindacalismi di base.

Quali sono le possibili prospettive future delle forze sociali in Italia? +

In futuro si attendono iniziative di dialogo e collaborazione tra sindacalismo di base e altre forze sociali, con l'obiettivo di rafforzare la rappresentanza e la protesta diffusa.

Come ha influito la decisione unilaterale della Cgil sul panorama sindacale nel 2023? +

Ha accentuato le tensioni interne e la frammentazione, indebolendo la possibilità di azioni condivise e portando a una maggiore dimensione conflittuale tra le organizzazioni sindacali.

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